
Ennesimo taglio del costo del denaro da parte della BCE, si riducono ancora i tassi di interessi per mutui e prestiti a tutto vantaggio di chi ha fatto o vuole fare investimenti.
Settimo taglio del costo del denaro, a quanto ammonta?
Si tratta del settimo taglio del costo del denaro della BCE, anche molto ravvicinato rispetto al precedente. La serie di tagli del costo del denaro è iniziata il 6 giugno del 2024.
Anche questa volta il taglio del costo del denaro è di 25 punti base. La BCE taglia i tassi per la settima volta da giugno scorso e porta il tasso sui depositi, quello di riferimento, da 2,50% a 2,25%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali cala da 2,65% a 2,40%, quello sui prestiti marginali da 2,90% a 2,65%.
La scelta della BCE in questo caso non è legata solo alla spinta inflazionistica che sembra essere sotto controllo, ma anche alla politica dei dazi che sta prendendo piede e che potrebbe portare alcune economie importanti, come quella cinese, a esportare sempre più verso l’Europa andando quindi a danneggiare la produzione interna. Diventa importante contenere i prezzi per favorire l’economia Ue.
Lagarde sottolinea che nel clima di tensione internazionale le prospettive di crescita per l’area euro sono basse.
Come scende la rata del mutuo?
Dal punto di vista pratico, con il nuovo taglio del costo del denaro della BCE scende la rata del mutuo a tasso variabile, secondo le stime il taglio dovrebbe incidere in media per circa 17 euro mensili. Il taglio potrebbe non essere l’ultimo del 2025, stando ai Futures sugli Euribor a 3 mesi (aggiornati all’11 aprile 2025), l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile dovrebbe continuare a scendere gradualmente passando dal 2,07% di giugno 2025 all’1,76% di dicembre 2025, per poi stabilizzarsi.
Naturalmente questo taglio si somma ai tagli precedenti e di conseguenza chi ha stipulato un mutuo con tasso di interesse variabile, rispetto a un anno fa ora paga una rata molto più piccola.
Chi, invece, ha stipulato un mutuo, a tasso fisso potrebbe ora chiedere una rinegoziazione del contratto con la stessa banca oppure, in alternativa, chiedere una surroga del contratto presso un’altra banca. Si ricorda che la banca può non concedere la rinegoziazione del contratto, ma non può rifiutare una surroga.
Quale tasso scegliere in questo periodo tra fisso e variabile? Gli analisti sottolineano che c’è un clima di incertezza notevole e di conseguenza scegliere un mutuo ad esempio a 30 anni o a 20 anni a tasso variabile espone al rischio di un aumento della rata. Proprio per questo potrebbe essere maggiormente consigliato scegliere il tasso fisso.
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