
Più risparmi e meno consumi è la fotografia sulla popolazione fatta da Confcommercio. Servono maggiori interventi su energia, fisco e riforme.
Più risparmi e meno consumi, la relazione di Confcommercio
Gli italiani spendono meno, e non perché manchino le risorse. Il potere di acquisto cresce, ma i consumi rimangono fermi. Mentre il risparmio vola al 9%. Segno che gli italiani hanno paura del domani e dell’incertezza economica che stiamo vivendo. Secondo il Presidente Confcommercio, Carlo Sangalli, occorre mettere in atto delle politiche a sostegno delle imprese e delle famiglie. In particolare nel corso della conferenza di apertura del ventiquattresimo Forum di Confcommercio, il Presidente ha preso in esame la contrazione dei consumi.
Un passaggio chiave dell’intervento del Presidente è arrivato sul Documento di finanza pubblica, che fotografa una crescita fragile (solo +0,6% nel 2025): “Serve impulso a riforme e investimenti. Ma per farlo, è imprescindibile razionalizzare la spesa pubblica e rendere strutturali gli incentivi che stimolano produttività e occupazione. Far emergere nuova base imponibile e rendere strutturali quegli incentivi che stimolano occupazione e produttività, come la deduzione rafforzata del costo del lavoro e la cosiddetta Ires premiale”. Lo sguardo si allarga poi al commercio internazionale: “Dobbiamo passare dal free trade al fair trade. Serve un commercio equo, regolato, rispettoso delle specificità economiche e sociali. È una sfida che impone all’Europa e all’Italia di rafforzare la capacità negoziale, ma anche di costruire politiche economiche che sostengano le imprese senza rinunciare alla valorizzazione di nuovi mercati”.
Più risparmi e meno consumi, il problema energetico
Altro elemento fondamentale è il problema energetico con cui le imprese devono fare i conti. Sempre secondo il Presidente Sangalli: “i prezzi sono ancora troppo elevati. Le imprese del terziario pagano bollette salatissime: +53,5% per l’elettricità, +88,2% per il gas rispetto al 2019. Le misure attuali non bastano. Serve un intervento strutturale, a partire dall’efficienza, dalle rinnovabili e anche dal nucleare sostenibile, per il quale recentemente il Governo ha varato la legge delega. Ma anche dalla revisione complessiva di tutte le componenti fiscali e parafiscali che gravano sulle bollette energetiche”.
Nonostante tutto, Sangalli ha lasciato spazio all’ottimismo: “Inflazione sotto controllo, occupazione ai massimi e redditi reali in aumento sono segnali incoraggianti. E con un nuovo taglio dei tassi da parte della BCE, si rafforzerebbero queste luci in uno scenario denso di ombre”. Le previsioni? “Per il 2025 stimiamo una crescita del PIL allo 0,8% e dei consumi all’1,2%”. Per tutte queste ragioni sono state riviste al ribasso le previsioni di crescita per l’Italia.
Buone notizie arrivano dal turismo
A dare segnali positivi, invece, ci pensa il turismo e i servizi connessi. Dal 1990 gli arrivi turistici nel nostro Paese sono a dir poco triplicati. Del resto legati al turismo non ci sono solo gli alberghi, ma anche tutto l’indotto fatto di punti ristoro, servizi offerti, trasporti e affitti brevi. Le presenze totali nel 2024: 458,4 milioni, con un incremento del 2,5% rispetto al 2023, segnando il valore più alto mai registrato dal 1990. Dopo il periodo pandemico, la componente estera della clientela è tornata a prevalere su quella domestica. Nel 2023, il 52,4% delle presenze turistiche erano riferite a clienti non residenti in Italia ISTAT. Infine nel 2024, le presenze turistiche internazionali hanno registrato un aumento del 4,5% rispetto al 2023, raggiungendo livelli pari al 112,2% rispetto a quelli del 2019.