
La Festa del papà, L’INPS e Save the Children diffondono oggi il ritratto del padre che fruisce del congedo di paternità in occasione della festa.
Festa del papà, il congedo parentale
Oggi si festeggia la festa del papà e proprio in questa occasione l’INPS e e Save the Children hanno condotto uno studio sul padre che usufruisce del congedo parentale. Negli ultimi anni, il congedo di paternità è diventato un tema sempre più rilevante nel dibattito pubblico. Poiché rappresenta un passo fondamentale verso un’equità di genere nella gestione familiare e nel mondo del lavoro. Ma cosa significa esattamente e quali sono i diritti dei papà in Italia?
Il congedo di paternità è un periodo di astensione dal lavoro concesso ai padri in occasione della nascita, dell’adozione o dell’affidamento di un figlio. Questo diritto consente ai neo-papà di trascorrere del tempo prezioso con il proprio bambino nei primi giorni di vita. Supportando così la madre e contribuendo alla creazione di un legame affettivo forte.
Festa del papà, il ritratto del papà che usa il congedo
Attualmente, in Italia, il congedo di paternità obbligatorio è di 10 giorni lavorativi, da fruire entro i primi cinque mesi dalla nascita del figlio. Questi giorni sono retribuiti al 100% e si aggiungono al congedo di maternità obbligatorio previsto per le madri. Inoltre, è possibile richiedere un ulteriore giorno facoltativo, sempre retribuito, in sostituzione di un giorno del congedo della madre. Tuttavia secondo Save The Children e l’Inps il ritratto del papà che usufruisce del congedo parentale è un uomo che vive al Nord, ha un contratto di lavoro stabile e un reddito tra i 28 mila e i 50 mila euro.
Il congedo parentale è stato introdotto in Italia nel 2012. Ma per fortuna negli ultimi anni il suo utilizzo si è triplicato. Secondo il rapporto il suo utilizzo è cresciuto nel tempo, passando dal 19,2% dei padri aventi diritto nel 2013 al 64,5% nel 2023. Una crescita che è stata più marcata nei primi anni e più contenuta negli ultimi. Una differenza di soli 0,5 punti percentuali tra il 2023 e il 2022. Sono quindi più di 3 padri su 5 a utilizzarlo. Ma con notevoli differenze che dipendono sia dal territorio dove si risiede, sia dalla dimensione aziendale, che dal tipo di contratto lavorativo.
Infatti ad usufruire maggiormente del congedo sono i padri che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato (circa il 70%), a fronte di quanti ne hanno uno a tempo determinato (il 40%) o di quelli con contratti a termine, come gli stagionali (il 20%). Il tasso di utilizzo più alto si osserva tra i padri che hanno un reddito compreso tra i 28mila e i 50mila euro (83%), mentre cala leggermente tra quanti hanno un reddito annuo superiore ai 50mila euro (80%).
Differenze in tutta Italia
Lo studio ha anche evidenziato come cambia la richiesta del congedo parentale in Italia. Infatti al Nord, viene utilizzato dal 76% dei padri aventi diritto. Una percentuale quasi doppia rispetto quella osservata al Sud e nelle Isole (44%), mentre al Centro lo utilizza il 67% di loro. A livello regionale, la sua fruizione va dalla percentuale più bassa della regione Calabria a quella più alta della regione Veneto.
Al Nord, le regioni presentano tutte tassi di utilizzo uguali o superiori al 70% (Veneto 79%, Friuli Venezia-Giulia 78%, Emilia-Romagna 76,5%, Lombardia 76,4%, Trentino Alto Adige 75,9%, Piemonte 74,6%, Valle d’Aosta 70%), ad eccezione della Liguria che registra il 64,3%. Mentre al Centro è il Lazio la regione che segna il tasso più basso (63,2%), mentre Umbria (73,7%), Marche (71,6%) e Toscana (70,8%) presentano percentuali vicine a quelle delle regioni settentrionali.
Infine Al Sud e nelle isole, l’uso del congedo di paternità supera il 50% in Abruzzo (64,9%), Sardegna (58,1%), Basilicata (56,5%), Molise (54,1%), Puglia (51%), mentre tassi decisamente più bassi si osservano in Sicilia (39,4%), Campania (39,1%) e Calabria (35,1%).