
Entro il 31 marzo 2025 coloro che hanno aderito nel 2024 al concordato preventivo biennale possono accedere ai benefici del ravvedimento speciale.
Cos’è il ravvedimento speciale
Il concordato preventivo biennale è un accordo tra Fisco e contribuente. Si tratta della novità fiscale più importante introdotta nel 2024, ma purtroppo accompagnata da polemiche e uno scarso appeal tra i contribuenti titolari di partita Iva. In base alle iniziali previsioni del ministro Giorgetti e del vice-ministro Maurizio Leo il concordato preventivo doveva portare maggiori entrate fiscali e le stesse dovevano essere dirottate sul taglio dell’Irpef. Purtroppo complice il meccanismo che di fatto porta a pagare più tasse, al concordato preventivo biennale hanno aderito pochi contribuenti. Di conseguenza in corso d’opera sono state introdotte novità volte a incentivare l’adesione. Tra le novità introdotte vi è il ravvedimento speciale.
Il ravvedimento speciale è stato introdotto con l’articolo 2-quater del decreto Omnibus n. 113/2024. Consente ai titolari di partita Iva che hanno aderito al concordato preventivo biennale di regolarizzare i versamenti di imposte dall’anno 2018 al 2022. Per poter accedere a questa domanda le operazioni devono essere effettuate entro il 31 marzo 2025.
Permette di mettersi in regola mediante il versamento di un’imposta flat, con aliquota ultra-ridotta e con base imponibile determinata forfettariamente. In ogni caso, pur essendovi tempo fino al 31 marzo è meglio provvedere in quanto la parte più tortuosa è effettuare i calcoli del dovuto.
Come calcolare le imposte dovute con il ravvedimento speciale
Per ogni anno di imposta la base imponibile è determinata dal punteggio ISA del relativo anno e in base allo stesso si applica una maggiorazione.
- 5% per i soggetti con punteggio ISA pari a 10;
- 10% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore ad 8 e inferiore a 10;
- 20% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 6 e inferiore a 8;
- 30% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 4 e inferiore a 6;
- 40% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 3 e inferiore a 4;
- 50% per i soggetti con punteggio ISA inferiore a 3.
A tale base imponibile si applica un’aliquota che dipende anch’essa dal punteggio ISA.
- 10%, in caso di punteggio ISA nel periodo d’imposta pari o superiore a 8;
- 12%, in caso di punteggio ISA da 6 e fino a 7,99;
- 15%, in caso di punteggio ISA inferiore a 6.
Per gli anni di imposta caratterizzati dal Covid (2020 e 2021) le imposte calcolate con le regole prima viste sono ridotte del 30%.
Per l’Irap invece l’aliquota è del 3,9%.
Il contribuente può scegliere di regolarizzare tutti gli anni ora visti o solo alcuni di essi.
A queste regole così fissate devono però aggiungersi quelle dettate dal Decreto legge Fiscale 155/2024 collegato alla Legge di Bilancio 2025.
Per i soggetti ISA con ricavi o compensi fino a 5.164,569 che hanno dichiarato una causa di esclusione dall’applicazione degli ISA negli anni del Covid:
- i redditi dichiarati andranno rivalutati del 25%;
- l’imposta sostitutiva dovuta è pari al 12,5%, con ulteriore riduzione del 30% in presenza di cause di non regolare svolgimento dell’attività.
Come pagare le somme dovute in seguito a ravvedimento speciale
Il calcolo deve quindi essere effettuato in autoliquidazione dal contribuente che deve poi utilizzare il modello F24 per il versamento e può scegliere di pagare in unica soluzione oppure a rate, in questo secondo caso è possibile spalmare l’importo dovuto in un massimo di ventiquattro quote mensili di pari importo maggiorate di interessi calcolati al tasso legale.
Leggi anche: Milleproroghe 2025 approvato dal Senato, novità concordato, rottamazione e sugar tax