Dopo un lungo travaglio è stato firmato il Dpcm che consente di escludere dall’Isee 2025 i valori corrispondenti ai Titoli di Stato per un ammontare massimo di 50.000 euro.
Isee 2025 arriva il decreto attuativa che abbassa il valore
La norma è di sicuro tra quelle particolarmente contestate, è stata inserita nella legge di Bilancio per il 2024, ma poi non è stata resa operativa in quanto era assente il decreto attuativo. La norma è contestata perché consente l’accesso alle prestazioni di welfare legate all’Isee anche a soggetti che hanno investimenti in Titoli di Stato pari a 50.000 euro e che in passato potevano essere esclusi. Si ha così una ripartizione delle agevolazioni che potrebbe danneggiare chi non rientra a causa di esaurimento fondi.
La norma è stata dettata al fine di favorire il collocamento del BTP e quindi recuperare liquidità e ha portato molti soggetti a investire in tali prodotti per abbassare l’Isee.
Quali sono i risparmi e investimenti che non devono più essere inseriti nell’Isee? Sono estromessi dai criteri di calcolo i titoli di Stato, come Bot, Ctz (certificati del tesoro zero-coupon), BTP, Cct (certificati di credito del Tesoro), titoli di Stato a medio termine, oltre ai buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio postale.
Quanto costa l’Isee più basso?
Secondo le stime riportate da Skytg24 questa norma porterà maggiori oneri per lo Stato pari 44 milioni di euro che però hanno già copertura con la legge di Bilancio 2024. Ad avere il peso maggiore sugli incrementi potrebbe essere l’Assegno unico, vista la maggiore diffusione e la divisione degli importi sulla base proprio delle diverse fasce di reddito. Ulteriori costi potrebbero essere determinati dalla diffusione della Carta dedicata a te.
Nel Dpcm si precisa che le attestazioni Isee già rilasciate sono valide fino a scadenza naturale, ma è possibile richiedere un nuovo certificato Isee. Per i nuclei familiari comprendenti persone con disabilità o non autosufficienti, sono esclusi dal calcolo Isee i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito ricevute a qualunque titolo dalle amministrazioni pubbliche. Per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente, inoltre, viene riconosciuta una maggiorazione dello 0,5 al parametro della scala di equivalenza.
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