La Corte di Cassazione ha dato l’Ok al Referendum Costituzionale per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Ecco quando si vota.
Autonomia differenziata, Sì al Referendum abrogativo
La Cassazione ha dichiarato legittimo il referendum per l’abrogazione totale dell’Autonomia differenziata, mentre cade la proposta di abrogazione parziale. La parola finale ora spetta alla Corte Costituzionale
L’autonomia differenziata è prevista dalla legge 26 giugno 2024, n. 86 introduce nel nostro sistema diversi livelli di autonomia tra le varie Regioni. Molte polemiche hanno destato le norme inerenti le LEP, livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali in quanto suscettibili di creare forti disparità tra i cittadini delle diverse Regioni in base alle possibilità economiche.
Contro la legge dettata da Calderoli le opposizioni hanno proceduto alla raccolta delle firme per il referendum abrogativo. D’altro canto la Corte Costituzionale è già intervenuta su questioni specifiche andando a intaccare l’impianto normativo su singole questioni. Il Sì della Corte di Cassazione al referendum abrogativo ha però una portata più ampia perché mira a eliminare del tutto la norma e quindi a un’abrogazione totale.
Perché la Corte di Cassazione approva il referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata?
Le sentenze della Corte Costituzionale hanno ribadito che «il regionalismo corrisponde a un’esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione» e «spetta, però, solo al Parlamento il compito di comporre la complessità del pluralismo istituzionale». E ancora: «La vigente disciplina costituzionale riserva al Parlamento la competenza legislativa esclusiva in alcune materie affinché siano curate le esigenze unitarie (art. 117, secondo comma, Cost.)». La Corte però effettua interventi puntuali sulle questioni sollevate, proprio questa parzialità dell’intervento ha portato la Corte di Cassazione a ritenere la legge ancora “vivente” nonostante gli interventi della Corte Costituzionale e di conseguenza ha provveduto a dichiarare legittimo il referendum abrogativo.
Ora la parola passa di nuovo alla Corte Costituzionale che dovrà dare l’ultima risposta al quesito, si passerà poi con molta probabilità al voto che dovrebbe svolgersi in primavera.
Nonostante questa vittoria il presidente della regione Veneto, Zaia ha sottolineato che in realtà non è ancora detta l’ultima parola perché ora l’opposizione dovrà trovare i voti per abrogare la legge.
Altri referendum approvati
Non solo autonomia differenziata, infatti la Corte di Cassazione ha detto “sì” anche ad altri quesiti referendari, in particolare ha dichiarato conforme a legge anche la richiesta di referendum sul «dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana».
Stessa sorte per la richiesta di referendum abrogativo o parzialmente abrogativo su alcuni punti del Jobs act, in particolare su:
- Contratto di lavoro a tutele crescenti – disciplina dei licenziamenti illegittimi;
- Piccole imprese- Licenziamenti e relativa indennità;
- norme in materia di “apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”.
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