Rimbalza la notizia che a partire dal 1° gennaio 2025 non ci sarà più il bonus caldaia. Ecco cosa succede.
Bonus caldaia 2025, perché non viene rinnovato?
Molti giornali stanno dando la notizia relativa alla mancata proroga in legge di Bilancio 2025 dei bonus legati alla installazione di caldaie a gas. In realtà non c’è alcuna novità e non dovrebbe esservi alcuno stupore, infatti, si tratta di un fatto noto ormai da molti mesi e sul quale l’Italia ha in un certo senso le mani legate.
La polemica nasce perché un emendamento alla legge di Bilancio 2025 prevede l’esclusione, dal novero dei lavori che danno diritto al bonus, “degli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili“. In realtà l’emendamento poteva anche non scriversi, nulla sarebbe cambiato.
Sappiamo che l’Unione Europea sta mettendo in atto una serie di novità il cui obiettivo è ridurre le emissioni inquinanti degli edifici, fino ad arrivare a un impatto zero. La normativa principale è la direttiva Case green che impone ai Paesi membri dell’Unione Europea di mettere in atto misure volte a ridurre le emissioni inquinanti attraverso l’adozione di misure volte a favorire risaldamento e climatizzazione con un ridotto consumo di fonti di energia fossili.
Si favoriscono, incentivano coibentazioni, schermature solari, installazione di pannelli solari e misure simili. Non solo, infatti, l’Europa vieta ai Paesi Membri a partire dal 1° gennaio 2025 di riconoscere agevolazioni fiscali per l’installazione di caldaie a gas. Le stesse caldaie a gas potranno essere installate solo fino al 2040.
Possono essere riconosciuti benefici fiscali per l’installazione di sistemi ibridi, caldaie a biomassa e pompe di calore. La direttiva Ue prevede infatti la possibilità di combinare sistemi di riscaldamento a gas o gpl nel caso in cui siano abbinati a impianti fotovoltaici, deve in ogni caso trattarsi di impianti una quota considerevole di energie rinnovabili.
Cosa prevede la direttiva Case green?
Si ricorda che la direttiva Case green prevede anche:
- riduzione delle emissioni inquinanti da edifici residenziali del 16% entro il 2030;
- riduzioni di emissioni inquinanti del 20-22% entro il 2035;
- Il 55% di questa riduzione dovrà essere ottenuta tramite la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori.
Inoltre a partire dal 2030 gli edifici di nuova costruzione destinati ad abitazione civile devono essere a impatto zero. Per gli edifici pubblici tale termine è anticipato al 2028.
Entro il 2026 gli Stati Membri devono anche adottare il Piano Nazionale di ristrutturazione. Per chi vuole iniziare già da ora a pensare a una ristrutturazione in grado di far recuperare classi energetiche è possibile sfruttare gli incentivi Superbonus e bonus ristrutturazione, inoltre a breve sarà in vigore il conto termico 3.0.
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