Una nuova scadenza per il concordato preventivo biennale, l’accordo tra Fisco e contribuenti autonomi per portare nuove risorse alla manovra.
Nuova scadenza per il concordato, la decisione del Governo
Arrivano novità per il concordato biennale preventivo in merito alla definizione di una nuova scadenza. Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è un istituto di compliance volto a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi (Dlgs n. 13 del 12 febbraio 2024). Attraverso l’accordo con il Fisco, i professionisti e gli imprenditori, che hanno aderito al regime forfettario, (di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190) potranno conoscere la proposta di Concordato preventivo entro il termine di presentazione del modello Redditi 2024.
I termini per l’adesione sono scaduti il 31 ottobre 2024. Ma da subito subito si è manifestata l’idea di prorogare i termini fino a fine anno. E dopo giorni di incertezza il Governo guidato dal premier Meloni, ha preso una decisione che piace a molti contribuenti che, dopo aver fatto le dichiarazioni dei redditi, si sono resi conto della convenienza o meno del concordato per i prossimi anni.
Nuova scadenza per il concordato, la nuova data possibile
La nuova scadenza per aderire al concordato preventivo biennale dovrebbe essere fissata per giovedì 12 dicembre 2024. Ma la riapertura dei termini non sarà per tutti. Infatti la nuova scadenza è valida solo per coloro che già, entro il 31 ottobre 2024, hanno presentato la Dichiarazione dei redditi. Tuttavia al momento sono 522 mila le adesioni al concordato preventivo. Secondo le prime stime, dovrebbero arrivare nelle casse dello Stato circa un miliardo e tre cento milioni di euro. Ma con la riapertura dei nuovi termini dovrebbero aumentare le risorse finanziarie a disposizione per portare a compimento tutte le proposte delle manovra.
Inoltre il provvedimento dovrebbe poi confluire come emendamento nel decreto fiscale, che è all’esame della commissione Bilancio del Senato. I proventi legati alla riapertura dei termini del concordato serviranno per l’abbassamento dal 35 al 33% dell’aliquota del secondo scaglione Irpef.
Chi non può aderire al CPB?
Si ricorda che non possono accedere al CPB i contribuenti per i quali sussiste anche solo una delle seguenti cause di esclusione:
- mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti a quelli di applicazione del Concordato, in presenza dell’obbligo a effettuare tale adempimento;
- condanna per uno dei reati previsti dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, dall’articolo 2621 del codice civile, nonché dagli articoli 648-bis, 648-ter e 648-ter 1 del codice penale, commessi negli ultimi tre periodi d’imposta antecedenti a quelli di applicazione del Concordato. Alla pronuncia di condanna è equiparata la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti;
- conseguimento, nel periodo d’imposta precedente a quelli cui si riferisce la proposta, di redditi o quote di redditi, comunque denominati, in tutto o in parte, esenti, esclusi o non concorrenti alla base imponibile, in misura superiore al 40 per cento del reddito derivante dall’esercizio d’impresa o di arti e professioni;
- adesione, durante il primo periodo d’imposta oggetto del concordato, al regime forfetario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge n. 190 del 2014;
- realizzazione, durante il primo periodo d’imposta oggetto di concordato, di operazioni di fusione, scissione, conferimento ovvero modifica della compagine sociale con riferimento a società o associazioni di cui all’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.