Vertice di Governo straordinario per definire i tratti salienti della manovra. Summit ristretto con l’obiettivo di trovare un accordo di Governo sugli emendamenti avendo come punto di riferimento le risorse disponibili.
Manovra di Bilancio 2025, serve un taglio agli emendamenti presentati
La manovra di bilancio desta sempre preoccupazioni, i numerosi emendamenti presentati hanno portato alla necessità di fissare un incontro preliminare di Governo, inizialmente fissato per il 25 novembre, è stato poi anticipato al 24. Non emerge tutto il contenuto della riunione, ma trapela che sia stato dato mandato al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti e al vice Maurizio Leo di supervisionare gli emendamenti al fine di individuare quelli che devono essere portati avanti. Hanno partecipato all’incontro anche Mattero Salvini, Antonio Tajiani e Maurizio Lupi.
Il problema è sempre economico, sappiamo che i partiti anche di maggioranza hanno presentato molti emendamenti, tra questi l’estensione della flat tax applicata ai forfettari, è in ballo la riduzione delle aliquote Irpef, inoltre c’è il taglio del canone Rai. Il mandato affidato a Giorgetti e Leo è proprio questo, verificare. in relazione alle varie proposte. quali possono ottenere una copertura economica e quali, invece, no. Si va in questo modo al taglio degli emendamenti. L’obiettivo è arrivare uniti, in modo che non ci siano brutte sorprese in Parlamento, capire cosa si può fare e cosa, invece, deve essere accantonato.
Arriva il taglio Irpef nel 2025?
Sicuramente uno dei progetti più importanti è il taglio Irpef, sappiamo che lo stesso è correlato all’andamento del concordato preventivo, nella prima fase però le adesioni sono state scarse e si deve attendere il post 12 dicembre per valutare la nuove adesioni che sono comunque precluse ai forfettari.
Tra le ipotesi in gioco c’è la riduzione del secondo scaglione Irpef attualmente con aliquota al 35% con passaggio al 33%. Inoltre attualmente il secondo scagliono Irpef si applica fin o a 50.000 euro di reddito, l’ipotesi allo studio è quella di estendere il secondo scaglione a 60.000 euro. La manovra fiscale potrebbe però essere fatta rientrare in un provvedimento successivo rispetto alla legge di Bilancio proprio è difficile quantificare oggi quali saranno le maggiori entrate relative al concordato preventivo biennale.
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