Borse di studio figli dei dipendenti, chiarimenti dell’AdE

borse di studio

I datori di lavoro oltre a riconoscere ai lavoratori le retribuzioni per il lavoro svolto, possono riconoscere anche ulteriori somme, si tratta di fringe benefit, gli stessi sono generalmente rappresentati da somme di denaro “finalizzate” a determinati scopi, ad esempio borse di studio per i figli dei dipendenti. Ma qual è il trattamento fiscale e l’uso che ne deve essere fatto? L’Agenzia delle Entrate chiarisce.

Borse di studio figli dei dipendenti se ne deve dimostrare l’uso?

Tra i fringe benefit utilizzati vi sono le borse di studio per i figli dei dipendenti, ma dal punto di vista pratico, affinché sia riconosciuto il beneficio è possibile prevedere che il lavoratore dimostri di aver effettivamente destinato le somme alle spese di istruzione? Ecco cosa dice l’Agenzia delle Entrate.

La questione nasce da una circolare dell’Agenzia delle Entrate in riferimento alle borse di studio erogate dal datore di lavoro in favore dei figli dei dipendenti.

A prevedere tale esibizione di documenti, sarebbe la circolare dell’AdE 238 del 2000 che prevede “l’esclusione (dalla formazione del reddito) si rende applicabile qualora il datore di lavoro acquisisca e conservi la documentazione comprovante l’utilizzo delle somme da parte del dipendente coerentemente con le finalità per le quali sono state corrisposte”

L’Agenzia disattende tale orientamento. In particolare sottolinea il principio di onnicomprensività previsto dall’articolo 51 comma 1 del Tuir, cioè tutte le somme erogate al lavoratore confluiscono nel reddito. Il comma 2 prevede poi casi specifici di esclusione, cioè voci che non concorrono alla determinazione del reddito e quindi non aumentano l’imponibile, sono escluse da tassazione.

Differenza borsa di studio e istruzione pre-scolare

Tra le voci che non ricadono vi sono appunto le somme, i servizi e le prestazioni erogati dal datore di lavoro ai dipendenti per la fruizione, da parte dei familiari, dei servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, incluse mense e ludoteche e borse di studio.

Tali borse di studio, sottolinea l’Agenzia sono condizionate da elevate valutazioni intermedie o finali mentre, per quanto riguarda il percorso universitario, dall’attestazione del superamento di tutti gli esami principali e complementari previsti dal piano di studio, con un’elevata votazione media.

Sottolinea l’AdE che l’esibizione dei documenti prevista dalla circolare 238 non si riferisce alle borse di studio erogate per meriti a studenti che si sono contraddistinti per il loro rendimento, ma a spese legate a istruzione pre-scolare incluse mense e ludoteche e borse di studio. In questo caso occorre dimostrare che effettivamente i benefit rilasciati dal datore di lavoro sono stati utilizzati per le motivazioni richieste dal datore di lavoro.

L’Agenzia, infine, precisa che nella CU 2024, l’importo delle borse di studio in oggetto deve essere esposto nel punto 465, indicando nel precedente punto 464, il codice 23.

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