Riforma del catasto, obiettivi, limiti o ostacoli

riforma del catasto

Appena abbozzata e subito sparita la riforma del catasto, ma ecco di cosa si tratta e perché è così temuta la riforma del catasto.

Ci sarà la riforma del catasto? Le parole di Giorgetti subito smentite

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti, durante durante l’audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, aveva annunciato nei giorni appena trascorsi una riforma del catasto volta in particolare a far emergere rendite catastali più elevate per gli immobili sottoposti a ristrutturazione con i benefici del Superbonus. Una sorta di riforma del catasto che a molti è sembrata punitiva nei confronti di chi, nel pieno rispetto della legge ha usufruito dei benefici legati alle ristrutturazioni con efficientamento energetico.

Nelle intenzioni il provvedimento doveva inserirsi nel piano di riforme strutturali che l’Italia presenterà all’Unione Europea per ottenere un allungamento dei termini di aggiustamento del bilancio da quattro a sette anni. La misura ha l’obiettivo di allineare le rendite agli effettivi valori di mercato.

Ristrutturazioni e catasto, obbligo di comunicazione

Sappiamo che il Governo è abbastanza critico verso il Superbonus colpevole di aver fortemente impattato sul debito pubblico, ma chi ha ristrutturato facendo affidamento in buona fede su questa misura non poteva immaginare l’avversione totale. Resta che le parole di Giorgetti sono state smentite in breve tempo dalle altre forze di maggioranza.

In realtà quando si effettuano lavori di ristrutturazione vi è l’obbligo di comunicare le variazioni al catasto e questo comunque porta a un aumento della rendita catastale e di conseguenza sulle imposte. Il ministro Giorgetti ha ventilato un’ipotesi di incrocio tra i dati del catasto e quelli previsti nelle APE (Attestazione di Prestazione Energetica) necessaria per valutare il recupero di almeno 2 classi energetiche.

Non solo, infatti, nella dichiarazione emerge anche la volontà di andare a caccia degli immobili fantasma, cioè non registrati al catasto. Ovvio che questo potrebbe avere un impatto importante su Imu e Tari, ma si tratterebbe comunque di “attività” che già ora potrebbero essere esercitate. Nulla vieta infatti di predisporre controlli sugli immobili presenti sul territorio. Di fatto tutti temono una riforma del catasto, ecco perché le forze di maggioranza ci tengono a precisare che non ci sarà una riforma del catasto e non ci saranno tasse più elevate sulla casa.

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