Il concordato preventivo biennale rischia di slittare, ecco perché

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A rischio il termine per l’adesione al concordato preventivo, troppo poco tempo per spiegare ai contribuenti tutte le implicazioni.

Slitta il termine per l’adesione al concordato preventivo biennale?

Non termina il percorso accidentale per arrivare alla formulazione definitiva per il concordato preventivo biennale.

L’ultima modifica è ancora in itinere, infatti nel processo di conversione del decreto Omnibus è stato inserito un nuovo emendamento che consente di condonare eventuali abusi fiscali commessi negli anni di importa 2018.2022. L’emendamento è passato al Senato, ora si apre l’ultima fase con approvazione della Camera e pubblicazione in Gazzetta. I tempi dovrebbero essere stretti e in ogni caso tutto deve essere concluso entro il giorno 8.

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili però sottolinea che il termine di adesione fissato al 31 ottobre è troppo breve per spiegare a tutti i contribuenti interessati le numerose implicazioni e variabili del concordato preventivo biennale.

Perché i tempi sono troppo brevi per l’adesione al concordato preventivo biennale?

Ricordiamo che il concordato preventivo biennale è un accordo tra Fisco e contribuente. Il fisco in base ai redditi dichiarati negli anni precedenti, in base ali indici Isa (per chi li applica) andamenti di settore e crescita del Paese propone una base imponibile da tassare. Il contribuente può accettarla, pagando le tasse previste ed essere escluso per due anni dai controlli (1 anno per i forfettari) oppure può scegliere la tassazione ordinaria.

In base al complesso sistema di calcolo per la maggior parte delle partite Iva vi è una maggiore tassazione, inoltre per gli importi aggiuntivi rispetto alle base imponibili dichiarate negli anni precedenti vi è un’imposta sostitutiva.

A ciò si aggiunge la nuova sanatoria che consente di avere un “condono” ed esenzione dei controlli per gli anni dal 2018 al 2022 però richiede calcoli e specifiche attività di informazione verso i contribuenti. La complessità dell’intero sistema potrebbe portare a un flop per il concordato preventivo con poche adesioni. Per evitare tali effetti, l’Associazione Nazionale dei Commercialisti richiede una proroga dei termini a fine novembre.

L’Associazione sottolinea che mancano i tempi tecnici per spiegare ai contribuenti i vantaggi effettivi che si possono avere con l’adesione al concordato preventivo biennale, le cui norme sono molto articolate e ricche di variabili ancora in corso di definizione. A ciò si deve aggiungere che i commercialisti entro la fine di ottobre devono provvedere a numerosi adempimenti, tra cui l’invio del modello Redditi Persone Fisiche e il modello 770/2024.

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