Andare in pensione nel 2025 non prevede dei grossi cambiamenti rispetto a quest’anno. Tuttavia ecco cosa indica la manovra 2025.
Andare in pensione nel 2025, nessun riforma pensionistica
Anche per quest’anno ci sarà la grande assente della manovra 2025: la Riforma sulle pensioni. In conferenza stampa, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ed il Vice Ministro Maurizio Leo hanno illustrato i provvedimenti approvati. Tuttavia ci sono anche delle piccole novità che potrebbero interessare coloro che vogliono andare in pensione e godersi il meritato riposo.
Per coloro che invece vogliono restare a lavoro la prossima Manovra introdurrà “un innovativo meccanismo di incentivazione alla permanenza in servizio su base volontaria” con “un incentivo significativo sul fronte fiscale”. Ad oggi si parla di una detassazione del 9,19% di contribuzione a carico del lavoratore.
Promessa anche la rivalutazione delle pensioni. La conferma dell’incremento straordinario, insieme con il nuovo adeguamento all’inflazione, pari all’1,6 per cento, porterà queste prestazioni a 625 euro. Una soglia che potrebbe salire a 630 per dare un ulteriore segnale ai pensionati in difficoltà economiche.
Riconfermati: quota 103 e ape sociale
Tra le misure riconfermate ci sono: quota 103, l’ape sociale e l’opzione donna. Quota 103 è una forma di pensionamento flessibile che consente di uscire dal lavoro con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Con la circ. n. 39 del 27.02.2024 , l’ INPS ha fornito istruzioni per il riconoscimento del diritto alla pensione anticipata flessibile ( cd. Quota 103 ), estesa dalla Legge di bilancio a tutti coloro che raggiungono un’età anagrafica di 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 41 anni nel corso del 2024. Identiche regole dovrebbero essere applicate quindi anche per l’anno prossimo.
Anche l’ape sociale è stata prorogata per il 2025. Si tratta di un’indennità per i soggetti che abbiano:
- almeno 63 anni e 5 mesi di età;
- almeno 30 anni di anzianità contributiva; per i lavoratori che svolgono le attività cd. gravose l’anzianità contributiva minima richiesta è di 36 anni (ovvero almeno 32 anni per le categorie di gravosi sopra richiamate). Ai fini del riconoscimento dell’indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni;
- non essere titolari di alcuna pensione diretta.
L’ape sociale può essere richiesta dai lavoratori che si trovano in una situazione di svantaggio: disoccupati, care giver, persone con invalidità almeno del 74% e con almeno 30 anni di contributi, o impiegati in attività usuranti con almeno 36 anni di contributi.
Andare in pensione nel 2025, rimane anche l’Opzione Donna
La manovra 2025 prevede anche la riconferma di Opzione donna. Si tratta della possibilità di poter uscire prima dal mondo del lavoro. L’accesso è consentito alle lavoratrici che abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 61 anni. Il requisito anagrafico di 61 anni è ridotto di un anno per ciascun figlio, nel limite massimo di due anni.