Manovra 2025, rivalutazione delle pensioni senza limiti

rivalutazione delle pensioni

Nuove conferme per la manovra di bilancio 2025, arriva la rivalutazione piena delle pensioni.

Rivalutazione delle pensioni per tutti nel 2025

La manovra di bilancio spaventa sempre i cittadini specialmente quest’anno, visto che l’Italia deve rientrare del debito pubblico elevato ed è osservata speciale da parte dell’Unione Europea. Nonostante le difficoltà, arrivano le prime conferme, oltre al taglio del cuneo fiscale confermato, che vale massimo 100 euro nella busta paga dei lavoratori, arriva anche la conferma delle 3 aliquote Irpef, non si sa se con estensione del secondo scaglione. Infine, l’ultima novità, la rivalutazione delle pensioni sarà per tutti.

Sappiamo che ogni anno le pensioni sono rivalutate in base all’andamento dell’inflazione. In passato è però capitato che fossero imposti dei limiti, ad esempio rivalutazione al 75% per chi supera una determinata soglia di reddito annuo. Si tratta di un modo per risparmiare cercando di tutelare comunque le fasce deboli della popolazione. Nella manovra del 2025 sembra non esservi spazio per il taglio alla rivalutazione delle pensioni.

Occorre ricordare che la rivalutazione per il 2025 sarà comunque ridotta in quanto l’inflazione è sotto controllo e quindi si attende una percentuale di rivalutazione sotto il 2%, circa 1,6%.

Ricordiamo che sui tali alla rivalutazione della pensione è stata sollevata anche una questione di legittimità costituzionale perché di fatto è disatteso il principio di uguaglianza.

Riforma delle pensioni rimandata

Sicuramente nel 2024 è mancata la revisione delle pensioni con superamento della legge Fornero, come promesso. Per il 2025 dovrebbe però trovare conferma Quota 103. Conferme anche per Opzione Donna e Ape Sociale, quindi restano i meccanismi per andare in pensione in anticipo nonostante l’allarme lanciato dall’INPS nei giorni scorsi.

Quota 103 consente di andare in pensione a 62 anni di età con almeno 41 anni di contributi. Ricordiamo però che i lavoratori del settore privato e i lavoratori autonomi, una volta maturato il diritto alla pensione, dovranno attendere 7 mesi prima di ricevere l’assegno pensionistico.

Per i dipendenti pubblici, invece, il periodo di attesa è più lungo: 9 mesi. Inoltre il calcolo della pensione avviene solo con il metodo contributivo anche se vi sono contributi versati prima del 1996 ( cosa logica visto che sono necessari almeno 41 anni di contributi) di conseguenza vi è un taglio piuttosto importante degli importi.

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