La chiusura del contratto di comodato d’uso gratuito è possibile quando le parti coinvolte vogliono mettere fina al loro rapporto.
Cos’è il contratto di comodato d’uso gratuito?
Il comodato d’uso gratuito, redatto in forma verbale o scritta, è il contratto con il quale una parte consegna all’altra un bene mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l’obbligo di restituire lo stesso bene ricevuto. (art. 1803 del c.c.). Il contratto di comodato è spesso ad uso gratuito ed è molto spesso usato dei genitori che voglio dare un immobile in uso al figlio.
Il contratto di comodato ha spesso una durata decennale. Alla fine del tempo stabilito il rapporto dedicate e l’immobile torna in capo al suo proprietario anche nell’utilizzo. Ma le parti possono anche non indicare una data di “scadenza” del comodato d’uso. In quel caso quando le parti vorranno chiuderlo dovranno presentare una nuova scrittura, in qualsiasi momento, in cui dichiarano di voler annullare quanto precedentemente fatto.
Chiusura del contratto di comodato d’uso gratuito, il problema di un lettore
La chiusura del contratto di comodato d’uso gratuito è stato oggetto di una domanda di un lettore. “I miei genitori mi hanno dato un immobile in comodato d’uso gratuito per permettermi di mettere da parte dei risparmi per poter comprare una casa tutta per me. Abbiamo fatto un regolare contratto e registrato presso l’Agenzia delle entrate. Adesso ho trovato casa, devo trasferirmi e vorrei chiudere il comodato con i miei genitori, cosa devo fare?”
Il comodato avente ad oggetto beni immobili è soggetto a registrazione obbligatoria. Se redatto in forma scritta, occorre registrarlo entro 30 giorni dalla data di stipula. Gli stessi soggetti possono richiedere la registrazione del comodato presentando il modello RAP presso un qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate, in luogo della sua presentazione telematica. Il contratto di comodato è soggetto ad imposta di registro in misura fissa, pari a 200 euro, e ad imposta di bollo, pari a 16 euro, ogni 4 facciate scritte e, comunque, ogni 100 righe. Ecco quando il contratto di comodato deve essere chiuso occorre presentare una nuova scrittura in cui si chiede la chiusura dello stesso contratto, pagando quindi l’imposta fissa e la marca da bollo.
Un consiglio per le altre imposte
Si ricorda che per i contratti d’uso di questo tipo è prevista un’agevolazione ai fini IMU/TASI. La base imponibile ai fini IMU/TASI è ridotta del 50% per le unità immobiliari (ad eccezione di quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9) concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta, entro il primo grado, che le utilizzano come abitazione principale. Quindi, dopo aver chiuso il contratto si consiglia di comunicare al Comune, la nuova situazione dell’immobile.