Autoimpiego Centro Nord Italia è una nuova misura a favore della crescita del lavoro autonomo, tutti i dettagli e a chi spetta.
Autoimpiego Centro Nord Italia, in cosa consiste la misura?
Mettersi in proprio e avviare una attività di lavoro autonomo (autoimpiego) costituisce una opportunità di reinserimento al lavoro per tutti i disoccupati. Una scelta di voler lavorare contando sulle proprie capacità, adottata da molti giovani che non trovano un posto di lavoro dipendente. Tuttavia sono previste forme di incentivazione e di affiancamento per coloro che partecipano a iniziative di politica attiva e intendono mettersi in proprio.
Nel decreto Coesione convertito in legge 95 2024, è prevista una misura di sostegno denominata Autoimpiego Centro-Nord Italia, finalizzata a sostenere l’avvio di attività imprenditoriali e libero-professionali rivolta ai giovani under 35 in condizioni di svantaggio. Una misura che prevede un impiego di 274,5 milioni di euro per l’anno 2025. Le attività possono essere aperte sia in forma collettiva che individuale, mediante l’apertura di partita IVA nonché, ove richiesta per l’esercizio di attività ordinistica, l’iscrizione all’Albo professionale per la costituzione di impresa individuale o per lo svolgimento di attività libero-professionale.
Autoimpiego Centro Nord Italia, chi sono i beneficiari
Avviare una proprio attività professionale è spesso una scelta molto impegnativa. Ma sicuramente ci vogliono anche le risorse necessarie per l’avvio. La misura a favore dell’Auto impiego è rivolto ai giovani under 35 dell’Italia centrale e settentrionale che vivono in condizioni di difficoltà, ma che vogliono investire sul loro lavoro autonomo.
Possono chiedere l’incentivo anche gli inoccupati, inattivi, disoccupati o senza lavoro destinatari delle misure del programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), che vogliono avviare un’attività. Per questo lo Stato mette a disposizione dei voucher tra i 30 e i 40 mila euro e un finanziamento in regime de minimis.
In particolare si può ottenere un importo massimo fino a 30 mila euro per l’acquisto di beni, strumenti e servizi. Mentre si sale a 40 mila euro se si acquistano beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o beni che assicurano la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
Il finanziamento a fondo perduto
E’ anche possibile ottenere un contributo a fondo perduto fino al 65% dell’investimento per programmi di spese sotto i 120mila euro. Nel caso in cui eccedano tale cifra ma non superino comunque i 200 mila euro, il contributo a fondo perduto è del 60%. Infine le domande non sono ancora presentabili, si è in attesa del Decreto attuativo per la definizione di tutti i dettagli della misura.