Sembra non esservi via d’uscita: per i contribuenti titolari di partita Iva che non aderiscono al concordato preventivo biennale, scattano i controlli.
Concordato preventivo e controlli fiscali per chi non aderisce
L’associazione titolari di partita Iva=evasori è dura da scardinare. Dato per certo che i lavoratori dipendenti hanno poche possibilità di evadere (tranne i lavoratori in nero che potrebbero emergere anche attraverso il concordato) e comunque le cifre evase non sono (sarebbero) elevate, la lotta è ai lavoratori autonomi, professionisti, imprese con patita Iva he possono “fatturare” meno del reale.
Se la prima battaglia è andata a buon fine con la fatturazione elettronica la seconda sembra passare per il concordato preventivo. Il concordato preventivo biennale è un accordo tra Fisco e contribuente di durata biennale (tranne per i forfettari per i quali è prevista la durata annuale). Ciò che ha creato malumori tra i contribuenti è la modalità di calcolo della base imponibile perché non è basata su ciò che il contribuente guadagna, ma su ciò che secondo l’Agenzia delle Entrate dovrebbe guadagnare, ne esce un’imposizione fiscale di valore più elevato rispetto a quella degli anni precedenti praticamente per tutti.
leggi anche: Concordato preventivo per i forfettari, ecco i vantaggi
Questo ha portato molte partite Iva a farsi qualche domanda.
Maurizio Leo, controlli fiscali per chi non sceglie il concordato
Ecco perché fin da subito il Ministero dell’Economia e delle Finanze che sta scrivendo le norme è stato chiaro: ci saranno quasi certamente controlli fiscali sui titolari di partita Iva che non aderiscono.
Naturalmente c’è anche una piccola correzione, cioè la possibilità di aderire al concordato preventivo biennale e accedere anche a una piccola sanatoria per eventuali entrate non dichiarate negli anni precedenti. Di fatto però l’unica certezza che per ora sembra esservi è che i titolari di patita Iva devono pagare più tasse.
A sottolineare la maggiore probabilità di controlli per i titolari di partita Iva che non aderiscono al concordato preventivo biennale è lo stesso vice-ministro all’Economia Maurizio Leo che ha poi sottolineato che si attende una adesione massiccia al concordato preventivo biennale.
Si spiega successivamente che per chi non aderisce sarà stilata una sorta di lista nera, a ogni contribuente viene assegnato un punteggio in base al rischio di evasione che rappresenta. Ad esempio chi dichiara redditi troppo bassi rispetto ai minimi di settore è molto probabile che sarà sottoposto a controlli.
Partecipando al consueto appuntamento con Telefisco, organizzato da “Il Sole 24ore”, il Vice ministro Leo ha sottolineato “nessun effetto negativo si produrrà laddove i redditi e l’Iva siano stati correttamente dichiarati, però laddove non sono stati correttamente dichiarati, ne conseguirà una possibilità di accertamento”. Allo stesso tempo Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza “programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono”.
Leggi anche: Concordato preventivo biennale con rottamazione, la nuova sanatoria fiscale. Istruzioni