Può capitare che un contribuente maturi dei crediti nei confronti dell’Erario, ad esempio per aver versato Irpef in eccesso, per aver operato ritenute d’acconto eccesive, per rimborsi fiscali. Questi crediti possono essere chiesti a rimborso, oppure possono essere utilizzati in compensazione e quindi per pagare altre tasse, anche della stessa natura ma per periodo di imposta differenti. A partire dal 1° luglio 2024 cambiano però le regole. Ecco cosa succede.
Dal 1° luglio 2024 limiti alla compensazione dei crediti fiscali
Quando maturano dei crediti nei confronti del Fisco si possono chiedere i rimborsi delle somme versate in eccedenza, ottenere questi rimborsi purtroppo non è semplice, infatti, spesso il Fisco impiega molto tempo per versare gli importi. Una soluzione pratica e veloce è la compensazione, cioè sottrarre dai crediti maturati altre tasse che devono essere pagate.
Si tratta di una soluzione comoda perché consente anche di mantenere in cassa liquidità. La legge di bilancio 2024 ha però previsto dei limiti che entrano in vigore dal 1° luglio 2024. Le nuove regole stabiliscono che in caso di debiti fiscali superiori a 100 mila euro non possono essere utilizzati eventuali crediti a compensazione. Questo implica che se anche il contribuente ha somme da stornare non può usarle ma deve versare le imposte con la sua liquidità.
Limiti al divieto di compensazione dei crediti
La legge di bilancio 2024 non aveva previsto limiti, fortunatamente per il contribuente è intervenuto il decreto 39 del 2024 ha mitigare gli effetti.
Il divieto di compensazione è valido per i contribuenti che abbiano iscrizioni a ruolo per imposte erariali e relativi accessori o accertamenti esecutivi affidati agli agenti della riscossione. Deve trattarsi quindi di debiti fiscali esigibili.
La prima cosa da sottolineare è che l’ammontare dei 100 mila euro deve essere calcolato avendo in considerazione solo le somme esigibili. Ad esempio se il contribuente ha un debito fiscale di 80.000 euro e riceve oggi una cartella di importo 21.000 euro da pagare entro 60 giorni, questo debito non può sommarsi agli 80.000 euro fino a quando non sono trascorsi i 60 giorni.
Questo implica che il contribuente può scegliere di portare in compensazione il credito fiscale che vanta, prima dei 60 giorni, abbassare la soglia degli 80.000 euro in modo che al momento di poter “sommare” gli ulteriori 21.000 comunque il debito fiscale resti sotto la soglia dei 100.000 euro.
Un’altra possibilità è rappresentata dal fatto che le somme rateizzate non possono essere calcolate ai fini del raggiungimento del limite dei 100.000 euro. Questo implica che entro il 30 giugno è possibile chiedere la rateizzazione di una o più cartelle esattoriali in modo da poter continuare a utilizzare i propri crediti in compensazione. Nel caso in cui si decada dal piano di rateizzazione non vige questo limite.
Ricordiamo in ogni caso che la compensazione deve essere effettuata utilizzando il modello F24.
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