Superbonus, detrazioni in 10 anni, le novità

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Cambiano di nuovo le regole del Superbonus, anche in questo caso le nuove misure sono retroattive e naturalmente non mancano le polemiche. La più importante novità è la detrazione da spalmare in 10 anni.

Superbonus nuovo cambio di regole in corso

Il Superbonus ci stupisce ormai da anni e purtroppo per chi ha effettuato i lavori ma non è riuscito nei primi a mesi di introduzione dell’agevolazione a terminare i lavori e ottenere la cessione del credito e lo sconto in fattura, le notizie non sono sempre buone. L’ultima novità è la detrazione obbligatoria in 10 anni. Ricordiamo che il Superbonus prevedeva la possibilità di ottenere le agevolazioni viste per il sostenimento delle spese di efficientamento energetico attraverso le detrazioni fiscali con rate di uguale importo in 4 anni.

Al momento dell’introduzione si poteva ottenere il 110% della spesa sostenuta, aliquota poi scesa al 90%. Per i lavori del 2024 l’aliquota è, invece, al 70%, mentre dal 1° gennaio 2025 si passa al 65%.

In un secondo momento si è prevista la possibilità per il contribuente di scegliere se avvalersi della detrazione in 4 anni o in 10 anni. L’opzione era esercitabile per le spese sostenute nel 2022 ed era prevista la possibilità di dilazionare in 10 rate gli importi, fruendo però della prima rata nel 2024.

La misura consentiva anche a chi non aveva capienza fiscale di ottenere l’agevolazione in misura piena, essendo una libera scelta vi era comunque anche la tutela per chi invece avendo capienza fiscale voleva recuperare in breve tempo le somme.

Detrazioni fiscali in 10 anni obbligatorie per il Superbonus: la norma è retroattiva

Con le nuove norme, invece, la detrazione in 10 anni diventa obbligatoria, inoltre va a operare retroattivamente, questo vuol dire che chi aveva speso soldi per la ristrutturazione, magari anche stipulando un mutuo e pensava di rientrare in 4 anni delle spese, si ritrova invece a rientrare in 10 anni con tutte le conseguenze del caso in merito a perdita di liquidità e dilazione degli interessi.

Proprio l’obbligatorietà ha portato i partiti della stessa maggioranza a non votare il provvedimento che però di fatto è stato comunque approvato in Commissione Senato e passa ora alla Camera.

La ratio del provvedimento è nella necessità i ridurre il debito pubblico, generato in parte dal Superbonus.

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