Povertà assoluta per circa 5,7 milioni di persone su un totale di circa 58.997.201 abitanti in tutta la Nazione, cosa sta succedendo?
Povertà assoluta, che cosa vuol dire?
In un periodo di crisi globale è inevitabile che il numero di poveri cresca. Persone che vedono totalmente cambiare la propria condizione, magari a causa della tanto temuta perdita di lavoro, per chiusura dell’azienda dove lavoravano. E per tantissime altre motivazioni, tra cui l‘inflazione che crea un aumento generale del livello dei prezzi. Altro dato negativo riguarda i minori. Appartengono a famiglie in povertà assoluta circa a 1,3 milioni minori, un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2022.
La povertà estrema o povertà assoluta è la più dura condizione di povertà, nella quale non si dispone – o si dispone con grande difficoltà o intermittenza – delle primarie risorse per il sostentamento umano, come l’acqua, il cibo, il vestiario e l’abitazione. Si parla di persone e famiglie che non riescono a mangiare. E che quindi non possono accedere a tutti i servizi che di solito ci sono all’interno di una casa.
Povertà assoluta, i dati dell’Istat
Secondo quanto dice l’Istat in generale, le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8%; quota pressoché stabile rispetto al 9,7% del 2022).
Nel 2023, la stima preliminare della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.728 euro mensili in valori correnti, in crescita del 3,9% rispetto ai 2.625 euro dell’anno precedente. Tale crescita, tuttavia, risente ancora in larga misura dell’aumento generalizzato dei prezzi (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo). Lo indica l’Istat, aggiungendo che in termini reali, la spesa media si riduce infatti dell’1,8%.
Il sud soffre di più del Nord
L’incidenza di povertà assoluta familiare mostra il valore più elevato nel Mezzogiorno (10,3%, coinvolgendo 866mila famiglie), seguito dal Nord (8,0%, un milione di famiglie) e dal Centro (6,8%, 365mila famiglie). L’incidenza individuale conferma un Sud che mostra i valori più elevati (12,1%), sebbene, rispetto al 2022, il Nord presenti segnali di peggioramento (9% dall’8,5%; 2,4 milioni di persone).
L’intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media della spesa per consumi delle famiglie povere dalla soglia di povertà, nel 2023 rimane stabile rispetto all’anno precedente (18,2%), con dinamiche differenziate fra le ripartizioni: è in crescita nel Nord (18,6%, dal 17,6% del 2022), mentre segna una riduzione nel Mezzogiorno (scende al 17,9%, dal 19,3%). Le stime preliminari 2023 mostrano per le diverse tipologie familiari una stabilità dell’incidenza, confermando il quadro del 2022.