Lettera compliance agenzia delle Entrate, chi sta per riceverla?

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Tra gli obiettivi del Pnrr vi è il contrasto all’evasione fiscale, nel 2023 sono state inviate 3,2 milioni di comunicazioni di compliance, per 4,2 miliardi di euro versati. Nel 2024 si profila un risultato simile e sono in corso gli invii di lettere di compliance relative all’anno di imposta 2020.

Lettere di compliance dall’Agenzia delle Entrate, per quali contribuenti?

I controlli dell’Agenzia sono eseguitti per anno di imposta e dopo aver terminato quelli relativi alle dichiarazioini del 2019, si procede ora alle dichiarazioni per l’anno di imposta 2020, relativi alle dichiarazioni presentate nel 2021. Le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate hanno l’obiettivo di avvisare il contribuente di un’anomalia riscontrata nella dichiarazione dei redditi. In questo modo è possibile una sorta di accordo amichevole tra le parti e correggere gli errori evitando gli avvisi di accertamento. In questo modo si può evitare l’applicazione di sanzioni e interessi.

Le lettere di compliance sono dirette a lavoratori dipendenti, assimilati e lavoratori autonomi e, infine, redditi derivanti da contratti di locazione non dichiarati. La lettera di compliance fornisce ai contribuenti la possibilità di regolarizzare la loro posizione con una dichiarazione integrativa precompilata.

Come conoscere i dettagli della lettera di compliance?

Nella lettera di compliance il contribuente trova indicazione generica dei redditi non dichiarati. Entrando invece nel cassetto fiscale, può accedere alla sezione “l’Agenzia scrive” e prendere visione del prospetto della comunicazione con il dettaglio dei dati in possesso dell’amministrazione finanziaria al fine di individuare con esattezza l’eventuale omissione. Si applica comunque una sanzione del 15% della maggiore imposta determinata (1/6 del 90% da infedele dichiarazione). La percentuale raddoppia in caso di canoni di locazione soggetti a cedolare secca parzialmente dichiarati (si arriva al 40% se vi è l’omissione totale dei canoni).

Se il contribuente ritiene che i dati in possesso dell’amministrazione siano errati può comunque fornire chiarimenti e ulteriore documentazione utilizzando la sezione presente all’interno del Civis, il canale telematico messo a disposizione del contribuente da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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