Dichiarazioni shock del vice-ministro all’Economia Maurizio Leo, l’evasione fiscale deve essere paragonata al terrorismo, annunciato il pugno duro del Governo con la caccia agli evasori anche sui social. Smentita della Lega.
Evasione fiscale come terrorismo, controlliamo i social
Le dichiarazioni del vice ministro Maurizio Leo sono arrivate nel corso di un’audizione convocata dalla commissione parlamentare di Vigilanza sull’anagrafe tributaria, si è sottolineato che l’evasione fiscale in Italia è un vero e proprio macigno e che devono essere incrementate le procedure e gli sforzi volti a determinare il reale reddito di professionisti e autonomi. Il vice-ministro ha ipotizzato, tra l’altro anche una caccia attraverso i social, cioè la ricostruzione dei redditi attraverso un’analisi dello stile di vita di professionisti e autonomi. Il tutto naturalmente senza invadere la privacy.
L’obiettivo è coordinare le forze tra Governo, Agenzia delle Entrate e Sogei. Il ministro ha fatto anche degli esempi su quali comportamenti possono essere a rischio. In particolare ha sottolineato che in molti sui social “pubblicizzano” l’aver frequentato ristoranti di lusso o l’essere stati alle Maldive e poi magari dichiarano pochissime entrate. Maurizio Leo ha sottolineato che all’ipotesi del controllo social si sta già lavorando con il Garante della privacy. Sembra quindi che si sia vicini a una soluzione finale e che comunque il controllo dei social sia molto più di un’ipotesi.
Nessuna caccia alle streghe sui social
Non è però dello stesso avviso la Lega, infatti Armando Siri (Lega), consigliere per le politiche economiche del vice premier Matteo Salvini si dice stupito delle dichiarazioni di Leo, parla di uno slogan che scalda i cuori ideologici di chi confonde la lotta all’evasione fiscale con un’indiscriminata caccia alle streghe. La politica economica del Paese mira invece a una tassazione piatta al 15% al fine di ridurre il carico fiscale e semplificare gli adempimenti.
Sempre secondo Siri il livello di evasione fiscale in Italia è molto sopravvalutato, infatti non supera i 15 miliardi l’anno.
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