Opzione donna e pensione sono oggetto anche della nuova legge di bilancio, ecco quindi cosa cambierà il prossimo anno.
Opzione donna e pensione, dalla parte delle donne
Secondo la manovra di bilancio 2024 sono prorogati per tutto il 2024, con alcune rivisitazioni, gli strumenti di anticipo pensionistico già esistenti. Tra questi ci sono: Quota 103, Ape sociale e Opzione Donna. Inoltre è rinnovato anche il Bonus Maroni, l’incentivo che prevede una decontribuzione di circa il 10% per chi decide di rimanere al lavoro.
Per l’anticipo pensionistico con Quota 103 rimangono i requisiti di 62 anni d’età e 41 di contributi. Ma viene rivisto il ricalcolo dell’assegno che avverrà interamente con il metodo contributivo. Inoltre per l’anticipo pensionistico Ape sociale è previsto un incremento del requisito anagrafico da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Sale di un anno, a 61 anni, anche la soglia per l’accesso a Opzione Donna (che con un figlio scende a 60 e con due o più figli a 59).
Opzione donna e pensione, come cambia
La legge di bilancio ha confermato la possibilità per le donne di andare in anticipo in pensione, ma con alcune modifiche. Infatti il requisito anagrafico dei 60 anni è passato a 61 anni. Non solo occorre avere 35 anni di contributi maturati. Tuttavia se si hanno figli le regole cambiano. Infatti in base al numero di figli si ha uno sconto con un massimo di due anni. La riduzione massima di due anni si applica in favore della categoria di lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale, anche in assenza di figli. Tale categoria di lavoratrici accede alla pensione Opzione donna con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione.
Rimane invece invariata la possibilità di conseguire la pensione Opzione donna decorsi:
- 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;
- 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.
Medici e personale sanitario
Garantiti i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023 e le pensioni di vecchiaia di medici, personale sanitario, dipendenti di enti locali, ufficiali giudiziari e maestri a cui non si applicherà la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali che invece sono previste per coloro che anticipano l’uscita dal lavoro (per i medici e sanitari previsto un meccanismo di tutela). Infine per il 2024 confermato il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione che tutela le pensioni più basse.