Fisco 2024 e nuovo concordato preventivo biennale per le partite Iva, ecco tutte le novità che sono state appena approvate.
Fisco 2024, le novità firmate dal Consiglio dei ministri
Il Consiglio dei ministri del 25 gennaio 202 ha approvato il nuovo strumento del concordato preventivo biennale per le partite IVA. Al termine, i Ministri Piantedosi (Interno), Calderone (Lavoro e Politiche Sociali) e Urso (Imprese e Made in Italy), con il Sottosegretario alla Presidenza Mantovano, e i Vice Ministri Bellucci (Lavoro e Politiche Sociali) e Leo (Economia e Finanze), hanno illustrato in conferenza stampa i provvedimenti adottati.
In merito al concordato preventivo biennale si tratta Più che altro si tratta di un accordo tra il fisco italiano, le piccole e medie imprese e gli autonomi possessori di partita Iva. Un “patto” che può essere aperto a tutti i possessori di partita IVA indipendentemente dal loro pregresso nei confronti dell’Agenzia delle entrate Riscossione. Ma una misura che coinvolge circa 4 milioni di partite Iva.
Fisco 2024, i punti del concordato preventivo biennale
Il nuovo concordato preventivo prevede dei punti che cercano di combattere l’evasione. Ma forse cerca anche di cambiare il volto del Fisco, nei confronti dei contribuenti. L’intento è quindi quello di avere un “fisco più amico” e meno “tiranno”. Tra l’altro uno degli obiettivi che l’attuale Governo vuole raggiungere, fin dalla campagna elettorale. Quindi l’accordo preventivo può essere riassunto nei seguenti punti:
- la durata prevista è pari a 2 anni;
- è possibile accedere entro il 15 ottobre;
- si allarga la platea dei beneficiari eliminando il voto 8 nella pagella di affidabilità fiscale;
- ampiamento da 5 a 8 anni per il recupero dell’indebito dei crediti d’imposta;
- le persone coinvolte sono le partite Iva che applicano gli ISA e coloro che hanno aderito al regime forfettario.
Quando cessa o decade il concordato preventivo biennale
La cessazione del concordato preventivo biennale è prevista nel caso in cui il contribuente modifica l’attività svolta nel biennio rispetto a quella esercitata nel periodo d’imposta precedente al biennio stesso. Oppure perché il contribuente dismette l’attività. Mentre il concordato decade nei casi in cui risulti “attività non dichiarate o l’inesistenza o l’indeducibilità di passività dichiarate”, di valore superiore al 30 per cento dei ricavi dichiarati.
Decadenza anche a seguito di modifiche integrazioni della dichiarazione dei redditi che comportano una quantificazione diversa dei redditi o del valore della produzione netta rispetto a quelli in base ai quali è avvenuta l’accettazione della proposta di concordato. Piano di pagamento anticipato cancellato anche in caso di omesso versamento delle imposte