La settimana corta è la nuova “moda” che stanno scegliendo le aziende di tutto il mondo. Vediamo in cosa consiste e la situazione in Italia.
Settimana corta, lavorare meno per lavorare meglio
Se ne parla già da qualche anno, ma non tutti i paesi hanno adottato la settimana lavorativa corta. Con questo termini si intende dire lavorare solo 4 giorni su 7 alla settimana. Andare a lavorare quindi dal lunedì al giovedì, o secondo la turnazione prevista. Bene questo potrebbe significare lavorare meno per i dipendenti, e anche per le aziende risparmiare in termini di costi energetici. I dipendenti avrebbero più tempo per la famiglia, per i propri hobbies, lavorando così meno, ma molto meglio. Almeno questo sembra essere lo slogan di coloro che sostengono l’introduzione della settimana corta lavorativa.
Ma ci sono anche coloro che sono contrari. Questo perché in settori come la sanità, la pubblica amministrazione, i trasporti dove questa scelta potrebbe comportare dei grossi problemi di continuità del servizio. Soprattutto nel tema della sanità italiana, dove già mancano davvero tanti medici. In ogni caso se ne parla già da un pò, tanto che alcune aziende, anche italiane hanno optato per questa scelta.
Settimana corta, cosa succede in Italia?
Una scelta che sta interessando sempre di più aziende in tutto il mondo. Alcuni Paesi come Islanda, Giappone e Regno Unito hanno ridotto l’orario di lavoro con risultati positivi. ecco la situazione nel nostro Paese. La multinazionale Essilux (EssilorLuxottica) ha inserito per gli operai la possibilità di lavorare 20 ore a settimana, riducendo le giornate lavorative da 5 a 4. Anche il gruppo Sanpaolo ha introdotto la flessibilità dell’orario di ingresso ed uscita e lo smart working fino a 120 giorni all’anno. La distribuzione del lavoro, come da contratto bancari, potrebbe quindi essere spalmata in 4 giorni invece che 5.
Hanno introdotto la settimana corta anche le aziende del comparto alimentare come Lavazza e Rigoni. Anche la casa automobilistica Lamborghini sembra aver firmato l’accordo sulla settimana corta. Si prevede la riduzione dell’orario di lavoro, l’aumento del salario annuale, 500 nuove assunzioni, un percorso di miglioramento sugli appalti continuativi del sito, il consolidamento dei diritti e la tutela delle differenze.
Il caso Lamborghini cambia le regole
Il caso della Lamborghini è il primo in Europa nel settore delle locomotive. Come riportato nei diversi comunicati: la riduzione dell’orario di lavoro prevede l’alternarsi di una settimana da 5 giorni e una da quattro per il personale di produzione che lavora su due turni (mattina e pomeriggio) e turno centrale per una riduzione complessiva di 22 giornate di lavoro all’anno.
Mentre una settimana da 5 giorni e due da 4 per il personale di produzione che lavora su un regime a tre turni per una riduzione complessiva di 31 giornate di lavoro all’anno; 16 giorni in meno all’anno per il personale operaio non collegato alla produzione, 12 giornate in meno per gli impiegati che potranno avere fino a 12 giorni di smart working al mese. Il nuovo premio di risultato sarà pari 4.000 euro. E’ previsto un aumento di varie indennità legate alla produzione e per la valorizzazione delle competenze dei dipendenti.