Le legge di delega per la riforma fiscale all’articolo 8 si occupa dell’Irap e pone come obiettivo il graduale superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive. Ecco i futuri passaggi per la riforma dell’Irap.
Irap, chi sono i soggetti passivi?
Ricordiamo che la legge di delega per la riforma fiscale prevede la revisione delle varie imposte applicate in Italia, deve essere attuata entro 24 mesi dal momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale avvenuta il 9 agosto 2023.
Molto probabilmente l’Irap non sarà la prima imposta ad essere rivista per il semplice fatto che è necessario avere comunque una copertura delle eventuali mancate entrate che potrebbero derivare dalla riforma.
L’Irap nasce con decreto legislativo 446 del 1997, il presupposto per l’applicazione dell’Imposta regionale sulle attività produttive è l’esercizio abituale di un’attività autonomamente organizzata diretta alla produzione e allo scambio di beni e servizi. Le entrate derivanti da questa imposta vanno a finanziare il sistema sanitario nazionale, proprio per questo una semplice abolizione non è possibile.
Nel tempo vi sono state delle modifiche, infatti con la legge di bilancio per il 2022 sono stati esonerati dall’Irap gli esercenti arti e professioni e attività commerciali. Restano soggetti passivi dell’Irap le società di capitali e di persone.
Cosa prevede la riforma dell’Irap?
La legge di delega per la riforma fiscale pone le direttive per il superamento dell’Irap, il primo pilastro fondamentale è che la riforma deve dare la priorità alle società di persone e in un secondo momento ad altri soggetti. La norma prevede anche che sia istituita una sovrimposta, “determinata secondo le medesime regole dell’Ires, con esclusione del riporto delle perdite”.
Il secondo punto fermo è rappresentato dalla lettera b del comma 1 dell’articolo 8, lo stesso stabilisce che il superamento dell’Irap non deve interferire con il finanziamento del fabbisogno sanitario.
Infine, il comma 2 dell’articolo 8 della legge di delega per la riforma fiscale, prevede gli interventi per l’attuazione del 1° comma non devono generare aggravi di alcun titpo sui redditi di lavoro dipendente o di pensione.
In sintesi, la norma prevede il superamento dell’Irap, imposta molto avversata dalle imprese anche a causa delle determinazione della base imponibile che non esclude elementi che di fatto possono essere considerati non reddito in quanto voci “negative” ad esempio dalla base imponibile non sono deducibili le spese per il personale. Di fatto però non è detto che si arrivi a una riduzione delle uscite fiscali per le imprese in quanto c’è la necessità di reperire risorse, attraverso una sovrimposta per finanziare il sistema sanitario nazionale. Lo stesso finanziamento non può però gravare su lavoratori dipendenti e pensionati.
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