La delega fiscale 2023 è stata approvata ottenendo il parere favorevole prima di Palazzo Madama e poi della Camera, ecco quindi tutte le novità per i contribuenti.
Delega fiscale 2023, arriva il Si prima delle vacanze estive
La premier Giorgia Meloni lo aveva detto, la delega fiscale sarebbe stata approvata prima della pausa estiva. Ed infatti dopo aver incassato il Si di Senato e Camera ecco quali sono le novità che riguardano il nuovo fisco. Con 184 voti favorevoli e 85 contrari ecco cosa cambia. Tra le principali novità ci sono una nuova Irpef con tre aliquote invece che quattro. Anche i premi produzione e le tredicesime diventano più corposi, grazie al taglio delle imposte. Ma anche la possibilità per le piccole imprese di raggiungere un accordo preventivo con il Fisco sulle tasse del biennio.
In merito all’Irper gli scaglioni sono ancora in definizione, probabilmente dipenderanno dalle risorse economiche a disposizione. Probabilmente il primo scaglione avrà un’aliquota piatta pari al 23% fino a 15.000 o 28.000 euro di reddito. Mentre il secondo scaglione comprenderà tutti i redditi tra 28.000 e 55.000 con un’aliquota da definire tra il 27% e il 33%. Per poi per redditi superiori a a 55.000 euro un’aliquota del 43%. Ma ancora è tutto da scrivere invia definitiva.
Delega fiscale 2023, tutte le altre novità introdotte
Il Governo si trova ora a dover scrivere i singoli decreti attuativi che andranno a definire il Nuovo Fisco italiano. Un lavoro che prevede almeno 12-24 mesi, ma che dovrà essere portato al termine per cercare di migliorare la situazione economica italiana. Il Governo sembra aver scelto una linee decisa, ma più morbida del previsto. Infatti arriva lo stop al pignoramento automatico del conto corrente alle sanzioni penali per le imprese che aderiscono all’adempimento collaborativo. Ma anche il regime agevolato per il rientro dei grandi rientri, sopra il milione di euro.
Altra novità introdotta dalla Delega fiscale riguarda i controlli, con la riduzione di due anni dei termini di decadenza per l’attività di accertamento nei confronti dei contribuenti che si affidano a professionisti qualificati. Per garantire il diritto di difesa del contribuente, un emendamento approvato in commissione Finanze al Senato stabilisce che le sentenze tributarie digitali presenti nelle banche dati della giurisprudenza delle Corti di giustizia siano accessibili a tutti
Addio graduale all’Irap e non solo
Addio graduale anche al’Irap. Si parte dalle società di persone e associazioni senza personalità giuridica per l’esercizio in forma associata di arti e mestieri. Prevista anche una mini ires per le società che assumono nuovi dipendenti. Per i lavoratori autonomi resta invariata la tassa piatta del 15% e arriva la possibilità di aderire al concordato preventivo, un pagamento fisso in due anni senza controlli a patto di versare l’Iva. Per l’imposta sul valore aggiunto (Iva) l’idea è quella di una revisione complessiva e di alleggerire alcuni beni primari.
Inoltre la riforma fiscale introduce poi nuovi metodi di pagamento degli adempimenti tributari come il rapporto interbancario diretto (Rid) o altri strumenti di versamento elettronici. Infine dalla riforma fiscale sparisce il superamento degli Indici sintetici di affidabilità (Isa) in favore di una loro semplificazione come la razionalizzazione degli obblighi dichiarativi e rimborsi dei crediti fiscali più veloci per i contribuenti con livelli di affidabilità alti