Il Governo non sembra voler accogliere l’appello dei consumatori, nessun intervento per ridurre il prezzo della benzina e degli altri carburanti attraverso interventi sulle accise.
Nuovo record per il prezzo della benzina
Continua la corsa del prezzo della benzina che lungo la rete autostradale arriva a costare 2,50 euro al litro, intanto le associazioni dei consumatori chiedono un intervento del Governo perché, a questi livelli, con il Governo Cobnte c’era stato il taglio delle accise supportato, dal punto di vista economico, dall’aumento delle entrate Iva.
Tagliare le accise ora per il Governo non avrebbe un costo improponibile perché, superati i due euro, di fatto aumentano le entrate Iva collegate all’aumento dei prezzi, proprio per questo sono in tanti a chiedere un deciso intervento. Dal canto suo il Governo sembra non essere sensibile a queste richieste e di fatto stanno semplicemente arrivando maggiori controlli da parte della Guardia di Finanza, gli stessi sono volti a scovare eventuali truffe, come quella sul carburante effettivamente erogato dalle pompe di servizio.
D’altronde sono in molti a ritenere che di fatto il semplice obbligo di esporre il prezzo medi dei carburanti sia un misura inconsistente e senza alcun reale valore o meglio, senza nessuna reale capacità di incidere effettivamente sui prezzi.
Governo intervenga sul prezzo della benzina
I dati ufficiali del ministero delle Imprese e del Made in Italy dicono che il costo della benzina è aumentato per 16 giorni consecutivi. Il prezzo medio nazionale della Super in autostrada è di 2,019 euro al litro. Ricordiamo che per via dei costi delle concessioni, i carburanti in autostrada costano comunque di più rispetto alla rete “ordinaria”. Considerati tali dati sono in molti a chiedersi cosa aspetta il Governo a tagliare le accise visto che comunque proprio tale taglio è una promessa elettorale della Lega ormai da decenni e che i prezzi sono diventati nuovamente proibitivi.
La Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini ha sottolineato che gli aumenti di questi giorni non sono dovuti a speculazioni, bensì all’aumento dei prodotti sui mercati internazionali. Proprio per questo la stessa Federazione chiede al Governo di agire sulla tassazione in modo da consentire una riduzione del prezzo finale a vantaggio dei consumatori. In questo modo è possibile anche consentire un rientro dalle vacanze più tranquillo per gli italiani.
Tutti i prezzi in aumento
L’allarme sui prezzi dei carburanti non è l’unico che attende gli italiani al rientro dalle vacanze, infatti, nonostante le stime sull’inflazione siano in calo da mesi, sono in salita i prezzi di moltissimi prodotti di largo consumo. In particolare bevande analcoliche e prodotti alimentari vedono i prezzi salire del 10,7%. Per abbigliamento e calzature i prezzi sono in salita del 3,4% mentre abitazione, acqua, combustibili ed elettricità vedono i prezzi salire del 9%.
Vista la situazione è difficile capire quale impatto potrebbe avere la scelta del Governo di proporre alla grande distribuzione il programma anti-inflazione che mira a contenere i prezzi dei beni di prima necessità per il trimestre che va dal 1° ottobre al 31 dicembre.
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