I costanti aumenti del costo del denaro decisi dalla Bce, a cui si aggiungerà a breve un ulteriore aumento di 0,25 punti percentuali, stanno mettendo in difficoltà le famiglie che si trovano a dover affrontare il pagamento delle rate, in particolare sta crescendo a dismisura il prezzo della rata del mutuo a tasso variabile. Per aiutare le famiglie spunta una proposta del Ministro Salvini, si tratta del provvedimento “salva rate”. Ecco come dovrebbe funzionare.
Il “salva rate” di Matteo Salvini per le famiglie con mutuo a tasso variabile
Il provvedimento “Salva Rate” è stato annunciato nel corso della trasmissione “Radio Anch’io” su Radio1 Rai. Il provvedimento a cui si sta pensando consente alle famiglie in difficoltà che non riescono più a sostenere gli aumenti della rata del mutuo di ottenere una riduzione della rata attraverso una dilatazione del piano di ammortamento.
Per capire l’effetto, occorre considerare che ad oggi un mutuo a tasso variabile sconta un interesse di circa il 5%, mentre solo qualche mese fa il tasso era all’1%. Chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile un anno fa con un tasso all’1% pagando una rata di 600 euro al mese, oggi si ritrova una rata praticamente raddoppiata perché gli interessi devono essere calcolati sul capitale residuo da versare che, soprattutto nei primi anni del mutuo è molto alto, infatti nei mutui a tasso variabile l’ammortamento iniziale comprende una quota di interessi molto alta rispetto alla quota capitale. Va meglio per coloro che il mutuo lo avevano stipulato già da anni, infatti in questo caso la quota capitale risulta molto ridotta.
Rinegoziazione o “salva rate”?
Il “salva rate” sembra essere la soluzione migliore perché ad oggi chiedere la rinegoziazione di un mutuo dal tasso variabile al fisso, ha comunque un costo elevato in quanto i tassi di interesse attuali anche per il fisso sono alti. Il “salva rate” invece prevede non di passare al fisso, ma di restare con il tasso variabile ma con un piano di ammortamento che potrebbe, ad esempio, passare da 25 anni a 30 anni. Nel piano descritto da Salvini, nel caso in cui i tassi dovessero scendere nuovamente si potrebbe comunque approfittare del “salva rate” per ridurre nuovamente la durata del piano di ammortamento andando a ricalibrare la quota capitale/ interessi del mutuo a tasso variabile.
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Ricordiamo che il Governo non ha ancora adottato il provvedimento ed è un’ipotesi allo studio per il prossimo futuro.