Il decreto lavoro ha apportato alcune novità sui fringe benefit, ma anche sul lavoro fragile e smart working. Ecco quindi qual’è il punto della situazione.
Decreto lavoro, il fringe benefit 2023
I Fringe benefit sono un valido aiuto per le famiglie che si trovano sempre più a fare i conti con l’aumento del caro vita. L’inflazione ha fatto aumentare anche il costo dei beni di prima necessità, su cui si chiede al nuovo governo di abbassare o addirittura annullare l’Iva. Una manovra che potrebbe aiutare i consumatori, almeno per quanto concerne prodotti necessari quali: latte, uova, pane e pasta.
Com’è noto il decreto legge Lavoro n.48 del 2023 ha stabilito di innalzare il limite per i fringe benefits fino a tre mila euro solo per i dipendenti con figli a carico. Tuttavia la misura ha avuto delle critiche dovute al fatto che cos si crea una discriminazione tra lavoratori, anche all’interno delle stesse aziende. Infatti si sta discutendo su come modificare il limite, visto che qualcuno propone di abbassarlo a due mila euro, ma ampliare la platea dei beneficiari.
Lavoro agile e smart working
In merito al lavoro fragile, il 30 giugno 2023, scade il diritto per i più fragili (sia nel pubblico che nel privato) e per i genitori con figli fino a 14 anni (nel privato). Lo smart working è prorogato fino al 31 dicembre per i lavoratori fragili e genitori con figli fino a 14 anni solo nel settore privato. Lo prevede un emendamento al decreto lavoro che è stato approvato dalla commissione Affari sociali del Senato. Lo riferisce la relatrice del provvedimento Paola Mancini (FdI
Tutte le altre novità in discussione
Approvato anche all’emendamento che prevede che il ‘libretto famiglia’ per pagare piccoli lavori domestici o babysitter oltre che alle poste potrà essere acquistato nelle tabaccherie.
Arriva anche la decontribuzione totale per 3 anni per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti. Le modifica riguarderebbe gli anni dal 2023 al 2025 e prevede un “esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di 65 anni”. Il beneficio non spetta se tra il lavoratore e il datore di lavoro sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di 24 mesi.
Inoltre in merito all‘assegno di inclusione, l’occupabile con figli con meno di 14 anni sarà tenuto ad accettare le offerte a tempo indeterminato solo entro gli 80 chilometri o di due ore di percorrenza con i mezzi. Infine la platea dei beneficiari si allarga anche ai soggetti in cura presso i servizi socio-sanitari.