Il 15 giugno 2023 c’è una nuova riunione della BCE e siamo ormai abituati che in tali occasioni si procede a un rialzo del costo del denaro che inevitabilmente si rifletterà sui mutui e sui prestiti andando ad aumentare i tassi di interesse.
Allarme mutui con la politica monetaria della BCE
La politica economica della BCE è ormai chiara, aumentare il costo del denaro per diminuire la domanda di beni e quindi calmierare i prezzi andando così a ridurre il tasso di inlfazione. Questa politica monetaria è ormai iniziata da quasi un anno. Gli aumenti del costo del denaro sono stati costanti, l’ultimo è stato nel mese di maggio di 0,25 punti percentuali che hanno portato il costo del denaro al 3,75%.
In base alle prime indiscrezioni trapelate il 15 giugno dovrebbe esservi un aumento di pari importo e di conseguenza il costo del denaro dovrebbe arrivare al 4%.
In poco temo questo eventuale nuovo aumento si riverserà sui mutui andando ad aumentare la rata dei mutui già stipulati con il tasso variabile e incidendo sui nuovi mutui a tasso fisso stipulati proprio a partire da tale data.
C’è spazio per un’eventuale posticipo dell’aumento del costo del denaro?
Sembra che le politiche monetarie della BCE stiano dando i loro frutti, infatti nell’area euro nel mese di maggio l’inflazione è in calo. A ciò si aggiunge che, viste le politiche restrittive adottate dalle banche, stanno diminuendo le domande di prestito, questo dovrebbe raffreddare la corsa in salita dei prezzi.
Se questo dato potrebbe far propendere per una pausa nell’aumento costante del prezzo del denaro, dall’altro lato potrebbe dar ragione alla Bce che forte di una politica monetaria aggressiva che sta funzionando probabilmente, o meglio questo è ciò che molti si aspettano, potrebbe di fatto decidere di mantenere la rotta. Questo vorrebbe dire che il costo del denaro potrebbe arrivare al 4%.
Ricordiamo che il costo del denaro al 4% è il prezzo a cui le banche del sistema acquistano denaro dalla Bce per erogare prestiti e mutui. Nel momento in cui lo stesso denaro viene distribuito è ovvio che la banca debba applicare tassi più elevati e rientrare nelle spese di gestione di prestiti e mutui. In poche parole chi chiede un prestito o un mutuo non può ottenerlo con un tasso di interesse al 4%.
Allarme mutui, ultimi dati sui tassi di interesse
Ad aprile i tassi di interessi per mutui erano in media intorno al 4,52%, ad aprile del 2022 si poteva ottenere un mutuo con tasso al 2,15%. Per il credito al consumo il tasso di interesse è invece al 10,52%. Non sono ancora noti i dati definitivi di maggio 2023, ma sicuramente più alti rispetto ad aprile. Non si esclude che il tasso di interesse per un mutuo a tasso fisso possa arrivare dopo l’eventuale rialzo al 6%. Proprio per questo si parla di un nuovo allarme mutui.
Buone notizie vi possono invece essere per i risparmiatori, infatti il tasso di interesse sui depositi è attualmente al 3,25% e potrebbe essere aumentato al 3,50%.
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