La ricetta elettronica diventa definitiva per tutti i malati. E’ uno strumento che sembra piacere a tutti, sia i pazienti che i medici, giusta la decisione.
Ricetta elettronica, cos’è e perché piace a tutti?
Nel decreto milleproroghe 2023 è stato inserito, fino a dicembre 2024, la possibilità di utilizzare la ricetta elettronica. La ricetta elettronica, disciplinata dal Decreto interminesteriale del 2 novembre 2011, è uno strumento ormai di ampia diffusione. Permette infatti l’accesso alle prestazioni farmaceutiche e ambulatoriali del Servizio sanitario nazionale da parte dei cittadini.
Non solo, ha consentito, tra l’altro, di assicurare la circolarità delle prescrizioni farmaceutiche in regime convenzionale sull’intero territorio nazionale. Oggi un cittadino può recarsi in una farmacia di altra regione e ad avere diritto all’erogazione dei farmaci. E questo è uno dei motivi per cui piace la ricetta elettronica. Altro motivo è che arriva tramite mail, quindi i pazienti possono andare in farmacia, magari per ritirare la solita pillola della pressione, senza doversi recare dal medico. Risparmiando tempo, soldi e fine in attesa che quindi sono state annullate.
Le spiegazioni del Ministro Schillaci
Le parole del Ministro della salute, Orazio Schillaci, spiegano perché la ricetta elettronica è diventata definitiva. “Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare“.
“Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco – aggiunge il ministro – grazie a questa norma i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci. Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi. È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti”.