Il 2023 è un anno rivoluzionario per chi fino ad ora ha usufruito di forme di sostentamento pubbliche e in particolare con il reddito di cittadinanza, infatti le nuove regole saranno in vigore dal 1° gennaio 2024, ma l’erogazione del reddito di cittadinanza termina dal primo settembre 2023. Resteranno quindi dei mesi scoperti cosa succederà ai percettori del reddito di cittadinanza?
Reddito di cittadinanza in pensione dal 1° settembre 2023
Il reddito di cittadinanza è una misura che ha creato molti contrasti all’interno della società tra persone favorevoli a questa misura e detrattori che pensano possa costituire un disincentivo alla ricerca attiva di un lavoro e un modo per coprire il lavoro in nero.
Già dall’insediamento, il Governo Meloni ha iniziato a lavorare a uno strumento alternativo rispetto al reddito di cittadinanza. Il primo provvedimento adottato ( legge 197/2022, legge di bilancio per il 2023) ha previsto che già dal 1° settembre 2023 non ci sarà più l’erogazione di questa misura di welfare.
Cosa succede a chi non percepirà il reddito di cittadinanza dal 1° settembre 2023?
La normativa dispone la divisione dei nuclei percettori in due categorie. La prima comprende famiglie con componenti disabili o minori o over 60, con ISEE fino a 9.360 euro annui, la seconda categoria di nuclei percettori comprende invece soggetti occupabili di età compresa tra 18 e 59 anni.
Per i primi nuclei fino al 1° gennaio 2024 non cambia nulla, le misure transitorie prevedono la corresponsione del reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023, dal primo gennaio invece potranno chiedere l’assegno di inclusione con durata massima di 18 mesi, rinnovabili.
Per i secondi nuclei invece è prevista una sorta di misura di accompagnamento. Le famiglie composte da soggetti occupabili percepiranno il reddito di cittadinanza fino al 31 agosto 2023, mentre il 1° settembre se non già prese in carico dai servizi sociali in percorsi di formazione o orientamento, dovranno richiedere il Supporto formazione e lavoro (art 12 DL 48 2023) con durata massima 12 mesi.
Attualmente ancora non sono state dettate le linee guida per questo fondamentale passaggio, ma si dovrà provvedere entro l’estate in modo che i percettori possano correttamente adempiere a queste nuove misure.
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