Capita spesso che qualcuno in Italia approfitti delle situazioni di difficoltà, confusione e delle novità. È già capitato con il cambio lira/euro quando i prezzi furono arrotondati per eccesso. Ora sembra che stia capitando con l’inflazione e infatti Coldiretti ha iniziato a insinuare qualche dubbio che presto potrebbe sfociare in maggiori controlli della Guardia di Finanza. Sembra infatti che per molti l’inflazione sia un business, cioè che qualcuno ne stia approfittando per aumentare il margine di guadagno.
Inflazione è un business? L’aumento dei prezzi non è giustificato dall’aumento dei costi
L’inflazione dell’ultimo anno ha generato un aumento dei prezzi vistoso, molti però sospettano che alcune filiere abbiano aumentato i prezzi più del dovuto al fine di ottenere un maggiore lucro. Di conseguenza gli italiani starebbero affrontato un aumento non giustificato che sta mettendo in difficoltà molte famiglie. Ad esempio, si calcola che il gelato abbia avuto degli aumenti anche del 20%.
Coldiretti sottolinea che alcuni prodotti, ad esempio la pasta, stanno subendo aumenti più elevati rispetto a quelli che si dovrebbero avere tenendo in considerazione gli aumenti della materia prima, ad esempio il prezzo del grano duro è sceso, e all’aumento dell’energia (i prezzi del settore energetico sono in calo).
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha sottolineato che a questo punto è necessario iniziare dei controlli al fine di tutelare le famiglie. Nel solo mese di marzo 2023 sembra ci sia stato un aumento del prezzo della pasta del 17,5% questo vuol dire che un alimento base della nostra alimentazione rischia di avere un prezzo quasi proibitivo.
Partono i controlli della Guardia di Finanza, ma gli italiani acquistano sempre meno
In seguito all’allarme lanciato, la Guardia di Finanza ha annunciato che inizia ora il monitoraggio del prezzi, l’obiettivo è fare in modo che non vi siano speculazioni e salvare il potere di acquisto degli italiani evitando che l’inflazione sia un business.
Deve infatti essere sottolineato che è vero che aumentano i costi, ma gli italiani comprano sempre meno, rinunciano prevalentemente a frutta e verdura, ma non solo, in calo anche la vendita di carne bovina, pesce e altri ingredienti generalmente utilizzati nella dieta mediterranea. Meno spreco o semplicemente difficoltà a gestire anche la spesa quotidiana?
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