Pasta e riso sono alla base dell’alimentazione e della dieta italiana, ma il loro prezzo continua ad aumentare, e non c’è da stare tranquilli.
Pasta e riso, facciamo il punto della situazione
La pasta e riso sono sempre molto presenti nei pranzi e cene degli italiani. Un buon risotto alla milanese se si è in Nord Italia o pasta con le sarde se si scende fino al Sud possono accompagnare le vacanze di molti. Ma anche quando si preparano in casa o si mangiano al ristorante, in ogni caso il loro prezzo è aumentato. Un pacco di pasta da un chilo sta toccando la soglia di due euro al chilo. Ma cosa sta succedendo?
L’Italia non produce tutta la pasta ed il riso di cui ha bisogno. Così il prezzo dipende, come spesso succede, dalle dinamiche nei mercati internazionali. Ma c’è anche una componente tutta italiana. Tuttavia secondo Consorsi Agrari d’Italia le problematiche sono varie. Uno dei problemi è legato alle politiche messe in atto dalle piccole e grandi catene di distribuzione. CAI è, al momento, una rete che produce oltre 1 miliardo di euro di ricavi annui, conta più di 20 mila soci e rappresenta la più grande piattaforma per il collocamento delle produzioni agricole nazionali. Ad oggi fanno parte di CAI: Bonifiche Ferraresi spa, Consorzio dell’Emilia, Consorzio del Tirreno, Consorzio Centro Sud, Consorzio Adriatico e Consorzio Agrario del Nordest. Estende la sua operatività diretta su 40 province collocate in 11 regioni.
Pasta e riso, le problematiche dei produttori italiani
I pastificatori italiani devono fare i conti anche con le produzioni straniere. Infatti sembra essere ripreso l’export di grano duro canadese. E’ un tipo di grano che “rispetta meno norme” di controllo e che viene rivenduto ai pastifici italiani ad un prezzo più basso. Ma per chi scegliere tutta la filiera italiana le cose sono diverse. Ebbene, i pastifici che lavorano invece con grano italiano sono costretti ad acquistare con un prezzo più elevato che inevitabilmente si ribalta sugli scaffali al supermercato.
Poi ci sono anche i costi legali alla logistica e distribuzione del prodotto. I maggiori produttori si trovano al centro sud, ma la maggiore richiesta di prodotto arriva dal nord, anche perché c’è un numero maggiore di abitanti. Quindi il grano deve essere trasportato e distribuito, facendo aumentare il prezzo. Se un chilo di pasta a Modena costa circa 2,40 euro, a Palermo lo stesso prodotto viene acquistato a 1.50 euro.
Il caso del riso e il problema siccità
Una nota particolare riguarda il riso. In un solo anno il suo prezzo è aumentato di circa il 40%. Uno dei motivi principali è legato alla siccità, perché per la produzione ha bisogno di molta acqua. Ma in Italia le condizioni climatiche con grande scarsità di piogge rendono le quantità di resa inferiori alla normalità.
Nel 2022 sono andati persi ben 5 mila ettari di produzione. Gli esperti prevedono che il 2023 potrebbe essere peggiore. Per tutti questi motivi non c’è davvero da stare tranquilli. I prezzi non tendono a stabilizzarsi e il clima non aiuta nè le imprese, nè i racconti e nemmeno l’allevamento.