Dopo mesi di costanti aumenti dei tassi dei mutui, il mercato sembra essersi stabilizzato e, sebbene le condizioni non siano più le stesse di un anno fa, si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Resta ancora sconsigliata la stipula del mutuo a tasso variabile.
Aumento del costo del denaro: BCE potrebbe ripensarci
A determinare un deciso rialzo dei tassi di interesse per i mutui sono stati i costanti aumenti al costo del denaro determinati dalla BCE. Questi, a loro volta sono dovuti all’esigenza di tenere sotto controllo la domanda in modo da spingere l’inflazione verso il basso. Complici diversi fattori, tra cui il calo dei prezzi energetici, iniziano a vedersi i primi segnali di una discesa generalizzata dei prezzi. Ciò ha portato i mercati a stabilizzarsi e proprio per questo i tassi di interessi sui mutui sono in una fase di stallo. L’ultimo aumento del costo del denaro c’è stato il 2 febbraio ed è stato dello 0,5%, siamo quindi giunti a un costo del denaro al 3%.
Il prossimo rialzo annunciato è per la primavera e dovrebbe essere ancora dello 0.5%, proprio per questo può essere conveniente definire un contratto di mutuo in questo periodo. Deve però essere sottolineato che tale annuncio è stato fatto prima del crollo di Silicon Valley Bank, evento che sta avendo riflessi anche sulle Borse europee e che potrebbe determinare la BCE a non procedere oltre. Decisione già presa dalla FED, istituto che influenza molto le decisioni della BCE.
Tassi di interesse mutui attuali e prospettive
Attualmente è possibile stipulare un contratto di mutuo a tasso fisso con un TAEG, Tasso Annuale Effettivo Globale, circa 3,60% a 30 anni. Naturalmente i valori possono divergere tra i vari istituti bancari. Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, come sempre il tasso di interesse è leggermente più basso rispetto al tasso fisso, ma vi è il rischio che fluttuazioni del costo del denaro possano portare a un aumento e quindi la rata potrebbe subire delle ripercussioni.
Ad esempio, è stato già calcolato che con un futuro rialzo del costo del denaro da parte della BCE, dovrebbe esserci un aumento medio della rata del mutuo a tasso variabile di circa 35 euro. Naturalmente maggiori sono le somme da pagare, più elevato è l’aumento della singola rata. Proprio per questo motivo, visto che a breve non si attendono riduzioni dei tassi di interesse, ma ancora rialzi, può essere consigliato il mutuo a tasso fisso, ricordando che in un secondo momento se la stessa non dovesse più essere conveniente rispetto alle condizioni del mercato, sarà comunque possibile procedere alla rinegoziazione del mutuo o alla surroga.
Infine, se proprio si vuole procedere con la stipula di un contratto di mutuo a tasso variabile, il consiglio è scegliere la formula con CAP, cioè con tetto massimo al tasso di interesse.
Leggi anche: Detrazioni interessi di mutuo sulla prima casa, come si calcolano?