Il superbonus 2023 potrebbe essere prorogato fino a giugno, ma solo per alcuni tipi di immobili. Ecco le ultime notivà per il bonus più discusso di sempre.
Superbonus 2023, arriva la proroga
Il superbonus 110% è l’agevolazione più discussa degli ultimi anni. Iniziata come misura per permettere la ristrutturazione degli immobili ed aiutare le imprese edili non ha dato i frutti sperati. Così se da una parte il Governo ha puntato al blocco per la cessione dei crediti e degli sconti fattura; dall’altra potrebbe esserci una proroga fino al 30 giugno 2023. Ma tale proroga sarebbe valida solo per le villette unifamiliari che entro il 30 settembre 2022 avevano effettuato almeno il 30% dei lavori, per concludere la spesa e portarla in detrazione beneficiando del 110%.
L’accordo ci sarebbe anche in commissione Finanze. Anche se la proposta inizialmente era per il 30 settembre 2023. Tuttavia potrebbero rientrare anche gli immobili facenti parte di case popolari, quelli appartenenti ad enti no profit e quelli che fanno parte dei comuni terremotati.
Buone notizie per gli interevnti in edilizia privata
Buone notizie arrivano anche per gli interventi di edilia libra privata. Tra questi rientrano anche i lavori eseguiti da chi vuole cambiare la caldaia o sostituzione di infissi, sarà sufficiente aver emesso almeno un bonifico che contenga, in causale, il riferimento della fattura emessa e l’autocerficazione da parte del compratore e del venditore relative all’esistenza di un contratto.
Altri temi discussi da tempo su cui sembra essersi trovata una quadra sono quelli dell’esclusione dallo stop allo sconto in fattura e alle cessioni dei crediti per onlus, Iacp e barriere architettoniche, per gli interventi con il sismabonus e anche i lavori per le barriere architettoniche
Cessione dei crediti, arriva lo slittamento
In merito alla cessione dei crediti e sconti in fattura arriva lo slittamento fino al 30 novembre 2023. Si potrà finire la procedura, grazie alla remissione in bonus, versando una somma pari a 250 euro all’Agenzia delle entrate. Resta ancora il nodo dei crediti incagliati, circa 19 miliardi, presenti nei cassetti fiscali delle imprese edili. Il Governo pensa a coinvolgere le partecipate statali per l’acquisto e procede così allo sblocco. Questo perchè non convince l’uso del modello F24 con la compensazione, come invece proprosto degli imprenditori edili, Abi e Ance e al centro di un pressing bipartisan in Parlamento