Molti si stanno chiedendo perché non hanno ricevuto l’indennità Naspi 2023, la risposta è molto semplice: potrebbe essere stata sospesa. Ecco i motivi e come fare per riattivare la Naspi sospesa.
Naspi sospesa: cosa succede?
Il Direttore Generale dell’Inps, Vincenzo Caridi, il 24 febbraio 2023 ha diramato un messaggio (790/2023) allertando coloro che non hanno ricevuto l’indennità Naspi. Il comunicato rende noto che coloro che percepiscono l’assegno Naspi entro il 31 gennaio devono comunicare all’Inps i redditi presunti del 2023. Questa incombenza deve essere espletata anche nel caso in cui si ritenga che il reddito presunto sia pari a zero. In caso di non ottemperanza a tale onere, vi è la sospensione dell’assegno Naspi. Detto questo occorre ricordare che in caso di Naspi sospesa è possibile riattivare le erogazioni in questo modo. Di conseguenza, coloro che nel mese di febbraio non hanno ricevuto l’indennità, semplicemente sono stati sottoposti a sostensione.
Naspi sospesa 2023: come riattivarla?
Nel messaggio, il Direttore Generale dell’Inps sottolinea che coloro che non hanno ricevuto l’indennità della Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego devono urgentemente provvedere a comunicare all’Inps i redditi presunti per il 2023, solo in questo modo sarà possibile riattivare l’erogazione. Tale onere incombe su coloro che pur percependo la Naspi, potrebbero avere dei redditi ulteriori che potrebbero incidere sul quantum dell’assegno o sul diritto alla percezione, in particolare si tratta di disoccupati che hanno una partita Iva oppure soggetti iscritti alla Gestione Separata Inps.
Il decreto legislativo 22 del 2015 agli articoli 9 e 10 prevede che i percettori di Naspi che iniziano una nuova attività lavorativa (dipendente, autonoma o di impresa individuale) e percepiscno dalla stessa un reddito inferiore a 8.145 euro per il lavoro dipendente e 4.800 euro per il lavoro autonomo, devono entro un mese darne comunicazione all’Inps. In questo caso l’assegno Naspi sarà ridotto dell’80%. La comunicazione del reddito presunto deve inoltre essere fatta annualmente entro il 31 gennaio, questo anche nel caso in cui si “presume” che il reddito percepito sarà pari a zero. La comunicazione deve essere effettuata telematicamente, attraverso il sito Inps, accedendo con le proprie credenziali personali Spid, Cie o Cns. In alternativa è possibile rivolgersi a un patronato abilitato.
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