L’Iva zero sui beni di prima necessità è uno dei tanti temi messi in discussione della nuova riforma fiscale che sarà discussa la prossima settimana.
Iva zero sui beni di prima necessità, la Riforma del Fisco
Il caro vita non lascia scampo a molte famiglie italiane. E se Arera assicura che per il mese di marzo ci saranno dei ritocchi verso il basso sui costi di luce e gas, i carburanti subiranno invece un aumento. Non c’è proprio pace per gli italiani che in ogni caso devono fare i conti per arrivare a fine mese. Occorre quindi intervenire per aiutare le famiglie e le imprese, cuore pulsante della nostra Italia.
Su questa strada sembra muoversi anche la Riforma del fisco che prevede la riduzione da 4 a tre aliquote Irpef. Oltre al taglio delle aliquote, è prevista anche la flat tax incrementale. La flat tax incrementale è una misura dell’attuale governo che interviene con una tassazione al 15% solamente sui guadagni aggiuntivi del lavoratore autonomo rispetto ai tre anni precedenti.
Iva zero sui beni di prima necessità, per quali prodotti?
Il ministero dell’Economia sembra stare lavorando ad un testo che preveda l’Iva zero sui beni di prima necessità. Si ricorda che già questo Governo Meloni è intervenuto nell’abbassamento dell’Iva su alcuni prodotti come i pannolini, gli assorbenti femminili e i prodotti per la cura e l’igiene dei più piccoli. Tuttavia tra i beni di prima necessità a cui si vorrebbe portare l’Iva zero, occorre capire a quali prodotti si può applicare.
Il ministero ha preparato simulazioni con Iva zero per i prodotti alimentari oggi al 4 per cento, con riduzione al 5 per altri oggi al 10: un’operazione che costerebbe 4-6 miliardi di euro. Tra i beni di prima necessità dovrebbero rientrare i prodotti alimentari come pane e pasta, farmaci, prodotti per l’igiene personale e della casa. Mentre una riduzione dell’IVA potrebbero subirla anche carne e pesce.
Le misure per le aziende
Oltre alle misure precedenti che riguarda proprio tutti, esistono anche delle misure per le aziende. Ad esempio c’è la volontà di riscrivere l’Ires per agevolare le imprese, con una sorta di “aliquota mobile”. Oggi il prelievo è pari al 24%, ma potrebbe scendere al 15% per tutte le aziende che investono in beni strumentali. Ma anche per tutte le aziende che assumono personale con età superiore a 50 anni o percettori del Reddito di cittadinanza.
Previsto anche un nuovo sistema di accertamento fiscale. Il 2022 intanto è stato un anno record per l’Agenzia delle Entrate. “Il recupero dell’evasione nel 2022 è stato di 20,2 miliardi di euro. Si tratta del dato più alto di sempre”, ha detto il direttore Ernesto Maria Ruffini, presentando i risultati dell’Agenzia delle entrate.