La BCE ha approvato il nuovo aumento del costo del denaro dello 0,50% e le famiglie sono già in allarme, in particolare quelle che volevano stipulare un mutuo o ne hanno uno a tasso variabile, ecco le prospettive che hanno già generato un allarme mutui.
Inflazione ancora alta: nuovo aumento del costo del denaro
La crisi della Silicon Valley Bank a cui sono seguiti scossoni anche nelle banche europee con borse in difficoltà aveva fatto ipotizzare che la BCE potesse ripensare alla scelta di aumentare nuovamente il costo del denaro. Così non è stato, infatti la Presidente della BCE Christine Lagarde ha annunciato il 16 marzo il nuovo aumento di 0,50 punti percentuali che ha portato ora il costo del denaro al 3,50%.
La Presidente ha sottolineato che l’inflazione nell’area euro è ancora troppo alta, sebbene vi siano segnali di una riduzione dei prezzi, e di conseguenza è ancora necessario agire affinché possa diminuire la domanda e quindi i prezzi possano riequilibrarsi. Ha anche sottolineato che nel caso in cui il sistema bancario dovesse andare in crisi, la BCE è pronta a iniettare liquidità in modo tempestivo, questo vuol dire che comunque la situazione dovrebbe essere sotto controllo. Non così per le famiglie e per le imprese che hanno bisogno di liquidità per i loro investimenti.
Allarme mutui: le decisioni della BCE portano un considerevole aumento della rata
I tassi di interesse dei mutui sono infatti strettamente correlati al costo del denaro, le banche non possono concedere prestiti e mutui con un tasso di interesse più basso rispetto al tasso fissato dalla BCE perché vorrebbe dire avere delle perdite. Devono anzi applicarne uno più alto, comprensivo almeno dei costi delle varie operazioni poste a termine e di uno spread, cioè un guadagno, che serva a remunerare la banca per i servizi prestati. Questo è il punto anche se descritto in maniera piuttosto semplicistica.
Di fatto dobbiamo attenderci un aumento sostanzioso della rata del mutuo a tasso variabile, sebbene lo stesso sia stato stipulato nei mesi o negli anni precedenti. Allo stesso tempo, chi sceglie oggi di stipulare un mutuo a tasso fisso deve attendersi un TAEG ( Tasso Annuale Effettivo Globale) molto superiore al 4%.
Allarme mutui: come scelgono gli italiani?
Proprio l’instabilità dei tassi di interesse ha portato negli ultimi mesi a una scelta massiva del tasso fisso che rappresenta circa l’80% dei contratti stipulati. Inoltre negli ultimi mesi, per effetto dell’aumento del tasso di interesse, sono diminuiti gli importi richiesti. L’importo medio è 130.691 euro, circa 10.000 euro in meno rispetto agli importi richiesti negli anni precedenti. Per capire l’impatto basta un esempio: il comparatore Facile.it ha stimato che per un mutuo a tasso variabile di 125.000 euro con un piano di ammortamento di 25 anni si è passati da una rata di rata di 456 euro di gennaio 2022 a 693 euro, importo atteso per il secondo trimestre 2023. Solo da questo ultimo aumento del costo del denaro dovrebbe arrivare un aumento della rata di 30-40 euro.