Molte famiglie nei prossimi mesi potranno essere chiamate a restituire le somme percepite a titolo di Assegno Unico e Universale. Il motivo è in un errore interpretativo che ha coinvolto molte famiglie e favorito dai moduli predisposti dall’Inps per la richiesta dell’AUU. Ecco chi dovrà restituire l’Assegno Unico e perché.
Quali importi dell’Assegno Unico devono essere restituiti?
Molte famiglie sono in allarme perché si sta diffondendo la notizia che è necessario restituire l’Assegno Unico, questa novità in realtà riguarda solo una parte dei percettori. L’articolo 4, comma 8 del decreto legislativo n. 230/2021 istitutivo dell’Assegno Unico e Universale prevedeva una maggiorazione di 30 euro per ciascun figlio per le famiglie in cui erano presenti due genitori entrambi lavoratori e con un reddito Isee non superiore a 15.000 euro. L’importo subisce una decurtazione all’aumentare del reddito Isee fino ad azzerarsi con un reddito di 40.000 euro.
Nel modulo per la richiesta dell’Assegno Unico e Universale nel campo dedicato a questa maggiorazione non era però correttamente specificato che questa non spettasse alle famiglie monogenitoriali, in cui era quindi presente un solo genitore. Di conseguenza molti genitori lavoratori non sapendo che questa maggiorazione era prevista solo per le famiglie in cui entrambi i genitori lavoravano, hanno richiesto questa erogazione.
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L’Inps ha inizialmente versato gli importi in base a quanto indicato nella domanda, tranne nel caso in cui vi fossero errori di una certa importanza rilevati anche dal sistema automatico di controllo delle istanze presentate. Nei successivi controlli è però emerso che c’era stato tale errore e di conseguenza l’Inps sta procedendo alla decurtazione delle somme erogate e non dovute.
Ecco chi dovrà restituire l’Assegno Unico
La restituzione riguarda quindi le famiglie monogenitoriali che hanno percepito al maggiorazione di 30 euro massimo per ciascun figlio nei mesi intercorrenti da marzo 2022 ( prima erogazione dell’Assegno Unico e Universale) e il mese di settembre. Emerge dai semplici calcoli che ogni famiglia potrebbe dover restituire un importo massimo di 210 euro per ogni figlio per il quale ha percepito al maggiorazione.
Dal mese di ottobre l’errore è stato sanato e le famiglie monogenitoriali hanno già avuto il taglio degli importi.
Molti giustamente si chiedono perché vengono riconosciute maggiori somme a famiglie in cui lavorano entrambi i genitori e che quindi hanno anche maggiori possibilità economiche, la ratio non è così lineare da capire, ma di fatto la norma mira ad agevolare e sostenere il lavoro femminile nell’ottica del raggiungimento della parità di genere.
Le famiglie chiamate alla restituzione avranno delle trattenute sugli assegni mensili, naturalmente la trattenuta sarà in più rate.
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