L’idrogeno è la transizione ad esso legato è uno dei fiori all’occhiello del nostro Paeso, tanto da essere tra i primi posti nella classifica europea.
Sempre più transizione verso l’idrogeno
La ricerca in Italia riveste sempre più un comparto importante della crescita della nostra Nazione. L’Italia è fra i primi posti, in Europa, nei brevetti per la transizione verso l’idrogeno, specie quello che non deriva da fonti non fossili. Sembra proprio che il nostro Paese si stia specializzando nel cos detto “idrogeno verde”. Si ottiene attraverso l’elettrolisi dell’acqua in speciali elettrochimiche alimentate da elettricità prodotta da fonti rinnovabili.
L’industria siderurgica italiana e l’acciaio green. Tenaris, Snam ed Edison hanno sottoscritto il primo accordo italiano per produrre idrogeno verde nell’acciaieria di Dalmine, in provincia di Bergamo. Un grande passo avanti perché l’idrogeno verde è totalmente green e quindi permette di raggiungere gli obiettivi a lungo termine stabiliti nell’Accordo di Parigi per la tutela dell’ambiente.
La classifica europea, Italia al quinto posto
Da un recente studio effettuato dall’Ufficio europeo dei brevetti (Epo) e dall’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) il nostro Paese si piazza al quinto posto per numero di brevetti legati alle nuovo tecnologie sull’idrogeno. Mentre i primi quattro posti sono occupati da: Germania, Francia, Paesi Bassi e Danimarca. Un impegno quello europeo per l’energia pulita non indifferente e che denota una grande voglia di salvaguardare il nostro unico Pianeta.
Tuttavia lo studio, consultabile anche sul sito dell’Epo, prende in esame i brevetti registrati nel mondo tra il 2011 e 2020 in tutta la gamma di tecnologie legate appunto all’idrogeno. Si va dalla produzione allo stoccaggio, alla trasformazione e distribuzione fino alle possibili applicazioni finali. Poi nel 2020 sono leggermente calate, ma del resto il 2020 è stato l’anno della pandemia da Covid-19
La classifica a livello mondiale
Dando uno sguardo a livello mondiale l’Unione Europea si colloca al primo posto, con una fetta pari al 28% del totale. Al secondo posto troviamo il Giappone, mentre gli Stati Uniti si trovano al terzo posto. Questo perché gli Stati uniti hanno attuato una controtendenza. In Europa e Giappone sono aumentati, mentre negli Stati Uniti sono diminuiti. Attività interessanti anche in Cina e Corea del sud.
Il governo italiano ha come obiettivo una penetrazione dell’idrogeno negli usi finali dell’energia del 2% entro il 2030 (e fino al 20% entro il 2050). Sulla base dei dati statistici nazionali sull’energia, questo corrisponde ad ulteriori 850 kton l’anno di idrogeno verde. Se l’obiettivo sarà raggiunto il nostro Paese si muoverà in via definitiva verso una rivoluzione energetica nel totale rispetto dell’ambiente e magari verso una nuova energia domestica del futuro.