Il 28 dicembre 2022 è stato firmato in decreto flussi 2023, di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per tutti i dettagli. Sono stabilite le quote di immigrati non comunitari che possono entrare regolarmente nel Paese, ma soprattutto cambiano le regole per le imprese che ora avranno maggiori oneri.
Decreto flussi 2023: ecco quanti immigrati potranno entrare in Italia
Il decreto flussi 2023 è un appuntamento annuale e prevede le quote di ingresso per lavoratori stagionali, autonomi e lavoratori subordinati. si procede in base a quelle che sono le esigenze emerse dal mercato del lavoro e in parole povere va a determinare il numero massimo di stranieri che possono regolarmente entrare nel Paese per motivi di lavoro.
In base al comunicato diramato dal Governo, nel 2023 in Italia potranno fare ingresso 82.570 lavoratori non comunitari ( extra UE). La novità però rilevante è data dal fatto che i datori di lavoro prima di procedere all’assunzione di personale extracomunitario hanno l’onere di effettuare una richiesta presso il Centro per l’Impiego territorialmente competente al fine di verificare la mancata disponibilità sul territorio di personale adatto all’impiego. Solo quindi nel caso in cui non sia disponibile personale si potrà procedere con l’assunzione di extracomunitari.
In base a quanto emerge dal comunicato, a breve l’Anpal ( Agenzia nazionale per le politiche attive per il lavoro) a breve metterà a disposizione un modello che i datori di lavoro che vogliono assumere devono compilare in modo da iniziare la ricerca di lavoratori dando la priorità a quelli comunitari. Inoltre come annunciato dal Ministro dell’Interno Piantedosi, alcune quote dei flussi migratori saranno riservate ai Paesi con i quali sono intervenuti accordi di cooperazione.
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Decreto flussi e assunzione di percettori di reddito di cittadinanza
Per ora non ci sono particolari novità per quanto riguarda invece la precedenza nell’assunzione di percettori di reddito di cittadinanza, ma è probabile che a breve possa arrivare in provvedimento specifico, infatti in base alle ultime modifiche, il reddito di cittadinanza per la maggior parte dei beneficiari avrà durata di 7 mesi, inoltre si perderà il diritto alla percezione nel caso di rifiuto di una proposta di lavoro. Infine, la proposta di lavoro non deve per forza essere congrua, infatti il Presidente del Consiglio ha sottolineato che non si può vivere a carico della comunità in attesa del lavoro dei sogni. Occorre dire che pur saltando il requisito dell’offerta congrua resta comunque che i datori di lavoro devono rispettare il contratto di categoria.
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