Come promesso il Governo è al lavoro per una riforma strutturale del sistema pensionistico che consenta di superare la Legge Fornero che prevede il pensionamento a 67 anni di età. La strada sembra però in salita perché Pasquale Tridico, presidente Inps, lancia l’allarme sulla sostenibilità del sistema pensionistico. Si ha quindi un vero allarme pensioni perché gli italiani rischiano di veder applicata dal 2024 la legge Fornero senza alcuno scivolo.
Perché è allarme pensioni?
Attualmente ci sono tre scivoli pensionistici prorogati di anno in anno, si tratta di Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, questi consentono di andare in pensione prima di aver maturato i requisiti anagrafici previsti dalla Legge Fornero. Si lavora a Quota 41 cioè una riforma strutturale che consenta di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, ma su questa possibilità vi sono molti dubbi. Infatti consentirebbe a molte persone di andare in pensione in netto anticipo rispetto al requisito anagrafico dei 67 anni di età e quindi per le casse dello Stato potrebbero esservi uscite elevate.
Ad oggi rispetto a un anno fa i conti sono peggiorati e questo perché entro il 2029 si passerà da un rapporto tra lavoratori e pensionati di 1,4 a un rapporto 1,3 e nel 2050 è previsto un pareggio, cioè per ogni lavoratore attivo ci sarà un pensionato. La soglia minima del rapporto per una stabilità a medio e lungo termine per i conti dell’Inps sarebbe 1,5. Il sistema diventa quindi insostenibile e pensare di allargare le maglie è davvero improbabile.
Pasquale Tridico ha sottolineato nella riunione di Governo a cui hanno partecipato anche i rappresentanti sindacali, che nei conti dell’Inps c’è una criticità generata anche dall’inflazione. Viene sottolineata la necessità di lavorare a una pensione per i giovani in quanto la precarietà che sta caratterizzando questi anni, sta portando i giovani ad accumulare pochi contributi e a rischiare in futuro di avere una pensione non utile a una vita dignitosa in vecchiaia.
Allarme pensioni: i sindacati delusi dal Governo
L’incontro sembra quindi essere stato poco proficuo e a sottolinearlo sono anche i sindacati e in particolare Maurizio Landini, CGIL, che ha sottolineato come non siano emerse reali proposte, termini temporali per la riforma che secondo Landini dovrebbe concludersi entro il mese di aprile. Infine, secondo Landini non vi sarebbero risposte neanche sulle risorse disponibili.