Cosa succederà a chi non ha i requisiti per andare in pensione nel 2023 e a chi pur avendo i requisiti decide di rimandare la pensione? Ecco le prime indiscrezioni sulla riforma delle pensioni che dovrebbe entrare in vigore nel 2024.
Scivoli pensionistici solo per il 2023, nel 2024 ci sarà la riforma delle pensioni organica
Il Governo Meloni si è insediato da poco e fin da subito ha dovuto sciogliere importanti nodi anche di tipo emergenziale, ad esempio la redazione della legge di Bilancio 2023 con approvazione entro il 31 dicembre 2022. Nella legge di bilancio 2023 sono state inserite anche norme sulla pensione per il 2023, misure urgenti in vista della scadenza di Quota 102, opzione donna e Ape Sociale al 31 dicembre 2022. Il rischio era il pensionamento per tutti con la legge Fornero. Deve però aggiungersi che, sebbene la Commissione Europea abbia promosso nel complesso la legge di bilancio 2023, c’è stata la bocciatura di alcuni punti specifici e tra questi vi è proprio l’introduzione di Quota 103 che consente di andare in pensione a 62 anni di età con 41 anni di contributi. Di conseguenza sarà molto difficile una nuova riforma delle pensioni che preveda condizioni migliori rispetto a Quota 103.
Per il 2024 però le cose non andranno così perché il ministro del Lavoro Marina Calderone è già al lavoro, i tavoli specialistici sono già stati convocati, per la vera riforma delle pensione che dovrà portare al superamento della legge Fornero.
I primi dettagli sulla nuova riforma delle pensioni 2024
I primi dettagli della nuova riforma delle pensioni trapelano da un’audizione al Senato.
Dalle prime dichiarazioni emerge che il Ministro sta lavorando “a un sistema di forme di pensionamento integrate che consenta di individuare l’accesso a pensione più compatibile con le esigenze personali e sanitarie del lavoratore e al contempo di ricambio generazionale dei datori di lavoro”.
L’obiettivo è razionalizzare gli strumenti di prepensionamento andando quindi a semplificare le varie opzioni che consentono di andare in pensione prima rispetto al termine ordinario che, ricordiamo, oggi è rappresentato dalla legge Fornero. Secondo le dichiarazioni si lavora a un sistema che preveda anche una compartecipazione tra datore di lavoro e Stato per l’esodo di lavoratori vicini alla pensione. In poche parole per le aziende che vogliono attivare il ricambio generazionale vi è la possibilità di pagare una quota della pensione in modo da favorire l’esodo prima dell’età pensionabile.
Tra le misure allo studio vi sono anche forme di garanzia per i giovani lavoratori che hanno carriere discontinue e con l’attuale sistema rischiano di avere pensioni troppo basse.
Come sarà poi realmente scritta la norma non è dato sapere, sono solo indicazioni guida.
Durante l’audizione il ministro Calderone non ha parlato solo di pensioni, ma anche di sicurezza sul luogo di lavoro sottolineando che è ormai diventata un’emergenza e non si può più rimandare un intervento legislativo decisivo al fine di rendere i luoghi di lavoro più sani e sicuri. Tra le misure allo studio vi sono anche incentivi per i datori di lavoro più virtuosi sul fronte sicurezza attraverso meccanismi premiali.