Il reddito di libertà 2023 è rifinanziato dal Governo Meloni. Una scelta che tutte le donne oggetto di violenza meritano, ricordiamo quindi come funziona.
Reddito di libertà 2023, chi ne ha diritto?
Le donne hanno bisogno di maggiore tutela in tutto il mondo. Nel nostro Paese, nel 2022, ci sono state ben 104 vittime di femminicidio. Donne che perdono la vita per mano di chi diceva di amarle “alla follia”. E che spesso lasciano figli che da un giorno all’altro si trovano privi dell’amore materno e paterno, visto che di solito è proprio l’assassino. Un orrore che deve finire.
Ma per fortuna ci sono donne che riescono a capire subito il pericolo per la loro vita. E cercano di scappare o si rivolgo ai tanti centri anti violenza pronti ad aiutarle. Così è rifinanziato il reddito di libertà per tute le vittime di violenza con o senza figli minori che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali.
Inoltre possono usufruirne tutte le donne residenti nel territorio italiano che sono cittadine italiane, comunitarie o in possesso di regolare permesso di soggiorno. Ma che tutte coloro che sono straniere con lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.
Reddito di libertà 2023, quali spese compre?
Il reddito di libertà 2023 è un sussidio di 400 euro che viene riconosciuto mensilmente. Con il contributo percepito è possibile coprire le spese per assicurarsi l’autonomia abitativa. Quindi avere la possibilità di vivere in un’altra residenza rispetto a quella magari in comunione con il coniuge violento. Inoltre rientrano le spese relativa anche all’autonomia personale o per il percorso scolastico e formativo proprio e dei figli minorenni.
Il sussidio è netto, cioè non è soggetto di pagamento di tasse ed imposte. Infine è compatibile con altre tipologie di aiuti di Stato. Tra questi ci sono: il reddito di cittadinanza, l’assegno al nucleo familiare, l’assegno universale, la cassa integrazione guadagni e la Naspi. Il Governo Meloni ha destinato un fondo di un milione e 850 mila euro a questa misura.
Come richiedere il sussidio
Oltre allo Stato, Comuni e Regioni stanziano somme proprio alla stessa misura. Ma la domanda si presenta al Comune di residenza entro il 31 dicembre 2023. A questo punto ci sarà da compilare un modulo con tutte le informazioni, anche per aver chiara la situazione da cui si tenta di uscire. Occorre indicare anche il proprio IBAN per l’accredito sul conto corrente.
Qualora la domanda venga accettata sarà l’INPS ad analizzare i dati e a provvedere al contributo, dopo aver avvista il Comune di residenza e l’interessata attraverso una comunicazione sulla mail o sul cellulare già indicati sul modulo di richiesta. Si tratta di piccoli passi verso una nuova libertà che tutte le donne oggetto di violenza hanno diritto di avere.