Con l’obiettivo di rendere celeri le procedure di appalto in modo da rappresentare un volano per l’economia del Paese, Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha approvato il decreto legislativo di riforma del codice degli appalti. Ecco le novità principali nuovo codice degli appalti.
Digitalizzazione nel nuovo codice degli appalti
Il nocciolo principale della riforma del codice degli appalti riguarda la digitalizzazione che viene posta al centro della riforma con l’obiettivo di rendere celeri le procedure senza rinunciare ai principi cardine che sono alla base del nostro ordinamento e quindi trasparenza della Pubblica Amministrazione, celerità ed efficienza. I pilastri della digitalizzazione sono la banca dati nazionale dei contratti pubblici e il fascicolo virtuale dell’operatore economico messo a punto dall’Anac, Autorità nazionale anti-corruzione. Con la nuova riforma, oltre ad avere una procedura di affidamento completamente digitalizzata, ci sarà anche l’accesso agli atti solo digitale. A loro volta tutti i cittadini potranno chiedere la documentazione degli appalti attraverso l’accesso civico generalizzato agli atti.
Opere prioritarie
Particolare attenzione viene posta a quelle che sono classificate come opere prioritarie, le stesse hanno una disciplina particolareggiata di cui la sintesi è:
- all’interno del Def (documento di economia e finanza) in seguito a un confronto con gli enti locali, il Governo dovrà inserire le opere prioritarie.
- i termini per la progettazione saranno ridotti;
- all’interno del Consiglio superiore dei lavori pubblici viene istituito un comitato speciale che avrà il compito di esaminare questi progetti;
- la nuova disciplina prevede anche un meccanismo di superamento del dissenso qualificato all’interno della conferenza dei servizi attraverso un decreto del Presidente del Consiglio;
- al fine di ridurre i termini ci sarà una valutazione in parallelo inerente l’interesse archeologico.
Le altre novità del nuovo codice degli appalti
Tra le importanti novità vi è l’esclusione degli appalti per le opere di manutenzione ordinaria.
Nel nuovo codice degli appalti viene reintrodotta la figura del contractor general si tratta di un professionista privato che dietro contratto “rappresenta gli interessi della Pubblica Amministrazione”. Viene inoltre semplificata la partecipazione degli investitori istituzionali alle gare per l’affidamento di progetti di partenariato pubblico-privato (PPP) per il promotore viene confermato il diritto di prelazione sull’opera.
Per i settori speciali ( acqua energia e trasporti) si procede con una maggiore flessibilità attraverso l’introduzione di un elenco di “poteri di autorganizzazione” riconosciuti alle imprese pubbliche e ai privati titolari di diritti speciali o esclusivi.
Si introduce il subappalto a cascata.
Per i concessionari scelti senza gara d’appalto viene introdotto l’obbligo di subappaltare il 50-60% del lavori. L’obbligo non si estende ai settori speciali come gas, luce, ferrovie e aeroporti.
Il nuovo codice degli appalti prevede anche un rafforzamento delle funzioni di vigilanza e sanzionatorio dell’Anac.
Il nuovo codice degli appalti entra in vigore dal primo aprile 2023 mentre l’abrogazione del codice previgente avviene il 1° luglio 2023.