I mutui case sono in frenata. Questo lo si deve all’innalzamento dei tassi d’interesse. Nel frattempo è corsa al cambio da variabile a fisso.
Mutui case, la comunicazione della Bce
In questa situazione di crisi economica e mal contento generale, c’è chi ha la forza di comprare casa e chiedere un mutuo in banca. Ma i tassi di interessi, rispetto allo scorso anno sembrano raddoppiati. Infatti la Banca centrale europea ha deciso di alzare i tassi di interesse di mezzo punto percentuale. Così il tasso sui depositi è pari al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,5% e quello sui prestiti marginali al 2,75%.
L’economia dell’Eurozona dovrebbe registrare, fra il quarto trimestre 2022 e il primo trimestre 2023, una “recessione relativamente breve e poco profonda”. Lo comunica la Bce, le cui nuove stime macroeconomiche indicano “una crescita economica del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell’1,9% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025”.
Mutui case, una spiegazione sui tassi
I tassi variabili sui mutui in corso sono decisamente aumentati. Tanto che molti consumatori stanno sempre più cercando di passare da un mutuo a tasso variabile ad uno a tasso fisso. Con il termine tasso variabile si indica una particolare formula attraverso la quale si calcolano gli interessi, che essendo variabili nel tempo e dipendono anche dal costo del denaro, possono salire o scendere. Quindi la rata da pagare non è costante, ed il maggiore tasse incide su una rata più alta da versare.
E’ chiaro che in una situazione in cui i tassi di interessi crescono, è meglio passare ad un tasso fisso che assicura una rata sempre uguale a prescindere dalle variazioni. Quindi un mutuo a tasso fisso è un finanziamento caratterizzato da un tasso che rimane sempre costante per tutta la durata del piano di ammortamento. Attraverso il mutuo a tasso fisso si può conoscere l’importo della rata al momento della sottoscrizione e rimarrà costante fino al pagamento dell’ultima rata.
In mezzo c’è la soluzione del tasso variabile con cap. I mutui a tasso variabile con Cap sono caratterizzati da un tasso variabile che varia in base all’andamento del paramento dell’Euribor, ma senza mai superare la soglia fissa contrattuale (il cap) che determina l’importo massimo della rata.
Come passare da un mutuo a tasso variabile ad uno fisso
I parametri utilizzati dalla banche per decidere quali tassi applicare, sommandoli allo spread applicato dal singolo istituto e ad altri oneri, sono l’Euribor – usato per i mutui a tasso variabile – e l’Eurirs, che serve per quelli a tasso fisso. L’Euribor è a minimi storici, mentre l’Eurirs sta lentamente risalendo; però è ancora molto basso e tuttora rende la scelta del tasso fisso quella più favorevole.
Pertanto è possibile passare da un mutuo a tasso variabile ad un mutuo a tasso fisso attraverso tre semplici passaggi:
- rinegoziare le condizioni del mutuo senza cambiare banca;
- optare per la surroga del mutuo che comporta il cambio banca, ma spesso condizioni più favorevoli;
- sostituire il mutuo, attraverso un’operazione in cui il cliente prima estingua quello vecchio e poi richieda l’erogazione di uno del tutto nuovo, con tassi rinnovati, durata diversa e rateizzazione differente.