La fatturazione elettronica e forfettari lascia un margina di dubbio, soprattutto in merito alle novità del 20223, ecco la criticità nel dettaglio.
Fatturazione elettronica e forfettari, l’obbligo introdotto
Con il decreto legge 36 del 2022 il governo Draghi ha introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica per coloro che hanno aderito al regime forfetario. Tale obbligo è entrato in vigore il 1° luglio 2022 per coloro che hanno dichiarato nel 2021 compensi o ricavi superiori a 25.000 euro annui. Mentre dal 1° gennaio 2024 è prevista l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i contribuenti che hanno scelto il regime forfetario.
Ma leggendo bene la norma, l’obbligo dal primo luglio era solo se i forfettari “nell’anno precedente”, hanno conseguito ricavi o compensi superiori a 25.000 euro. Mentre nel 2024 l’obbligo si estenderà a tutti, se la norma non dovesse subire ulteriori modifiche. Quindi per logica, anche per il 2023 si deve imporre la stessa regola, e come anno precedente si dovrà intendere il 2022. Quindi chi nel 2022 avrà ricavi superiori a 25 mila euro dovrà fatturare elettronicamente, mentre gli altri no.
Fatturazione elettronica e forfettari, l’altra novità per il regime forfettario
Con il via libra alla manovra della Commissione di bilancio, si procede verso l’approvazione finale. Le partite iva che hanno scelto il regime forfettario, hanno una’altra novità importante decisa dal Governo Meloni. Nel 2023 il nuovo limite di ricavi per i contribuenti in regime forfettario passerà da 65.000 a 85.000 euro. Anche se nella prima stesura si era ipotizzato un limite di 100 mila euro.
Una particolare attenzione occorre darla all’uscita dal regime forfettario. Infatti chi dal 2023 avrà compensi o ricavi superiori a 100 mila euro uscirà immediatamente dalla tassazione agevolata. Proprio dal giorno dopo sarà tenuto a fatturare con l’Iva e tenere la contabilità ordinaria. Chi invece sforerà gli 85 mila, ma resterà entro i 100 mila, uscirà dal forfettario a partire dall’anno successivo.
Nessuna novità per la tassazione
Con la soglia di ricavi e compenti percepiti (entro 85 mila euro) si applica l’imposta sostitutiva del 15%. Soglia che scende al 5% nel caso di nuove attività e per la durata di cinque anni. Poi la soglia passa al 15%, una normale flat tax a cui i forfettari sono già abituati. Ma anche una tassazione che il Governo vorrebbe, nell’arco del loro mandato, estendere anche ai lavoratori dipendenti e pensionati.
Mentre ad oggi, è possibile godere del regime forfettario anche per tutta la vita dell’azienda, sempre se non si sfora il limite dei ricavi. Tuttavia le novità del regime forfettario 2023 dovrebbe interessa circa 32 mila partite Iva.