Tregua fiscale: allo studio l’annullamento delle cartelle non riscuotibili

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Nella trasmissione televisiva Quarta Repubblica il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, ha parlato delle novità fiscali che dovrebbero essere approvate a breve. Tra questa c’è il taglio delle cartelle non riscuotibili.

Tregua fiscale: basta lavorare su cartelle non riscuotibili

Finora nel parlare di pace fiscale o tregua fiscale è stata ipotizzata la cancellazione dei debiti fiscali di importo inferiore a 1.000 euro, mentre per le cartelle esattoriali di importo compreso tra 1.000 e 3.000 euro si sta lavorando all’ipotesi di un taglio al 50%. Il taglio dovrebbe valere per le cartelle fino al 2015.

Nell’intervista Maurizio Leo ha sottolineato che è necessario fermare il diluvio di cartelle esattoriali che sta arrivando, lo stesso è il frutto di molteplici atti di accertamento inviati ai contribuenti e non pagati. Gli stessi si sono trasformati in cartelle esattoriali che ammontano a un valore di 1.132 miliardi, ma la stessa Corte dei Conti ha praticamente calcolato che di questi solo il 6-7% è effettivamente riscuotibile. Nonostante questo, le cartelle continuano ad arrivare e per alleggerire questo carico, che diventa anche di incombenze, si sta ipotizzando il taglio delle cartelle non riscuotibili.

Quali sono le cartelle non riscuotibili?

A precisare cosa si intende per cartelle non riscuotibili è lo stesso vice-ministro all’economia Maurizio Leo. In primo luogo, in base alle dichiarazioni del vice-ministro, ci sono le cartelle intestate ai deceduti che in alcuni casi specifici non possono essere riscosse ed è quindi inutile continuare con la procedura, molto più corretto sarebbe cestinarle. Altre cartelle esattoriali non riscuotibili sono quelle dei soggetti falliti. Si tratta quindi di cartelle che devono essere eliminate dal sistema in modo da rendere anche i lavori dei vari operatori più fluidi.

Per quanto riguarda le cartelle sotto i 1.000 euro, la necessità di azzerarle non deriva tanto dal voler premiare il contribuente che non ha adempiuto in modo corretto ai suoi obblighi tributari, ma si tratta di una necessità visto che i costi di riscossione per queste alla fine supera il mal torto. Un’operazione simile, per lo stesso motivo, ci fu per le cartelle dal 2010 al 2015.

Revisione del sistema sanzionatorio nella riforma fiscale

Il vice-ministro nella stessa intervista ha anche annunciato la volontà di rivedere il sistema sanzionatorio, questo però potrà essere fatto solo dal mese di gennaio in poi con un’apposita norma. Più immediato invece dovrebbe essere l’effetto della tregua fiscale che si può inserire anche nella legge di bilancio.

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